Quale Sicilia esce dopo il voto?
Quale Sicilia esce dopo il voto? Una Sicilia ancora parzialmente pentastellata, visto il numero alto ancora di RDC, meno incatenata da De Luca, con un PD siciliano che non gioisce, nonostante, o forse proprio per questo, sia finito in bocca al Lupo, che non premia Vannacci come nel resto d’Italia, e nemmeno Giorgia così tanto. È l’isola dei moderati, riuniti in consorzio dentro FI, che risulta il primo partito in Sicilia.
Roba da far gioire Tajani se non fosse che la sua capolista, Caterina Chinnici, è arrivata terza, ed ora è un bel problema. La soluzione è in mano a Edy Tamajo, figlio di Aristide, e diventato aristos, in greco il migliore, in quanto a consenso. Lui può rimanere assessore in Sicilia, e fare contento Tajani, magari venendo premiato con il coordinamento degli azzurri siculi, o optare per Bruxelles e fare contento Schifani che vede salire al suo posto il fedele Ciccio Cascio, magari conservando l’assessorato con un suo amico.
Ma poi il Presidente ha altre gatte a pelare, c’è da gratificare Cuffaro per l’apporto, Lombardo forse potrebbe accontentarlo se mette la Chinnici alla Salute, poi c’è da rimpastare la Lega, se Sammartino, fresco di vittoria con Stancanelli, non rientra. Inoltre, ci sono i desiderata non semplici dei meloniani. Una volta si azzeravan la giunta e si ricominciava da zero, con il Cencelli, dei pesi e contrappesi, era un mestiere da alchimista, e non sappiamo se Schifani avesse il piccolo chimico tra i suoi giochi infantili. Ricominciare da zero fa perdere tempo all’azione amministrativa, ma vista la lentezza forse i siciliani non se ne accorgono.
Così è se vi pare