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Presentata la mozione di sfiducia a Schifani, le opposizioni: “In aula prima della Finanziaria”

Presentata la mozione di sfiducia a Schifani, le opposizioni: “In aula prima della Finanziaria”

Una mozione “con carattere d’urgenza”, che le opposizioni – dopo i recenti scandali giudiziari – hanno chiesto ed ottenuto di fare arrivare subito in Aula

Martedì 2 dicembre, con convocazione di Sala d’Ercole anticipata alle 14, l’Ars discuterà la mozione di sfiducia al presidente della Regione Siciliana che ieri i gruppi di opposizione hanno depositato formalmente con le 23 firme dei deputati di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e di Ismaele La Vardera. L’intenzione dell’opposizione di portarla in aula il prima possibile è stata subito assecondata in conferenza dei capigruppo tenutasi nel tardo pomeriggio. All’ordine del giorno della capigruppo soltanto la mozione di sfiducia a Renato Schifani. Decisione rapida e facile quella dei presidenti dei gruppi parlamentari, con i capigruppo della maggioranza che hanno subito assecondato la volontà di affrontare il dibattito sulla fiducia al presidente prima della legge di stabilità che la commissione bilancio dovrà esitare entro il 5 dicembre per una discussione generale a Sala d’Ercole programmata per il 9 dicembre.

Cateno De Luca aggiunge tre voti che non bastano

Alla mozione di sfiducia ha annunciato voto favorevole Cateno De Luca con i tre voti dei deputati di Sud chiama Nord. Unico gruppo parlamentare in territorio neutrale tra maggioranza ed opposizione. Appoggio alla mozione che non sposta il rapporto di forza, portando gli eventuali voti per il fine governo a 26 contro i 36 necessari per sfiduciare Renato Schifani.

Il presidente è comunque sereno

Presidente della Regione Siciliana che in una recente uscita pubblica si è detto sereno e pronto a dire la sua su ogni punto contestatogli in motivazioni di mozione. Scarse o nulle le aspettative in merito, il cui risultato pronosticato dagli addetti ai lavori di Palazzo dei Normanni sarà quasi certamente una temporanea ricompattazione del centrodestra, pronto a varare una finanziaria corposa con importanti interventi per i territori i cui indirizzi di investimento sono frutto delle istanze dei capigruppo di maggioranza.

Obiettivo: Schifani a Sala d’Ercole

L’obiettivo primario dell’opposizione, che ha chiesto ed ottenuto l’immediata calendarizzazione della mozione di sfiducia, sembra essere quindi la presenza di Renato Schifani in aula più che la meno realistica sfiducia al presidente. Dopo mesi di attesa per affrontare le criticità del Sistema sanitario regionale in Parlamento, ed alla luce delle recenti inchieste giudiziarie che hanno coinvolto la Democrazia Cristiana ma che pendono sul capo di ex ed attuali assessori del governo Schifani, i gruppi di opposizione all’Ars avranno finalmente modo di puntare il dito contro le presunte colpe di Schifani e di sentire le ragioni del presidente che avrà il dovere istituzionale di chiarire punto per punto le contestazioni che gli sono state mosse.

Il caso Dc-Lega

Tra le castagne sul fuoco del presidente, oltre al caso del capo politico della nuova Democrazia Cristiana e del suo capogruppo all’Ars – per i quali si pronuncerà a breve il gip in merito alla richiesta della Procura di Palermo di arresti domiciliari – ci sono anche i rapporti che Schifani avrebbe privilegiato con Dc e Lega “procedendo altresì al reintegro – si legge nella mozione di sfiducia – dell’Assessore Sammartino nella carica di assessore e vicepresidente successivamente alla sospensione cautelare disposta dall’autorità giudiziaria”. Nell’elenco delle contestazioni ci sono vari aspetti, tra i quali quelli legati all’Assessorato al Turismo.

Le deleghe democristiane in sospeso

Nel caso dell’assessore Elvira Amata inoltre è stata già formulata la richiesta di rinvio a giudizio. L’elenco delle primarie rilevazioni per la sfiducia potrebbe allungarsi anche dopo che la mozione è stata depositata, ma dalle parti di Palazzo d’Orleans non sembrano all’orizzonte altri ritiri di deleghe oltre quelle di Nuccia Albano e Andrea Messina, assessori democristiani non iscritti nel registro degli indagati ma unici cui sono state ritirate le deleghe ad oggi assunte ad interim dal presidente Schifani. Per le deleghe in oggetto bisognerà attendere il nuovo anno.

Finanziaria work in progress

In commissione bilancio, ancora al lavoro nel pomeriggio sul testo della legge di stabilità, restavano da affrontare gli interventi per le aree a burocrazia semplificata e legalità controllata, gli incentivi agli investimenti privati mediante interventi edili, i provvedimenti in ordine al governo delle liste di attesa, gli interventi a favore degli enti locali e gli interventi integrativi in favore dell’ATI di Trapani e dell’ATI di Messina. Accantonati, temporaneamente, gli articoli riguardanti le misure di contrasto al disagio sociale, quelle riguardanti il sostegno alla finanza locale e quello che interessa gli ex PIP Emergenza Palermo. Lavori in corso, che procedono in attesa dell’arrivo degli interventi integrativi per un valore complessivo di circa 200 milioni di euro che il governo dovrebbe inserire la prossima settimana. Ancora incerto il metodo di inserimento. Varie ipotesi ma rimane quella più praticabile il consueto maxi emendamento.

Gli ASU ed i forestali da garantire

Questa mattina è stata ricevuta a Palazzo dei Normanni anche una delegazione di sindaci che ha esposto le difficoltà per far fronte agli impegni di spesa per il personale ASU, per cui dovrebbe arrivare in finanziaria un intervento a compensare i rinnovi contrattuali. Salva, almeno in commissione bilancio, la norma in favore dei lavoratori forestali che vedrebbero aumentate così le giornate lavorative. Il Pd ha sostenuto l’emendamento alla finanziaria, approvato oggi in commissione Bilancio, che permette l’incremento per tutti i contingenti di 23 giornate lavorative annue per i forestali. “Abbiamo anche chiesto, come gruppo del Partito Democratico, che si preveda già adesso un impegno finanziario pluriennale rispetto a questa norma fino al 2027”, ha annunciato il gruppo del Partito Democratico all’Ars dopo l’approvazione della norma in seconda commissione. Anche il fondo a sostegno dell’editoria è stato approvato in commissione, come nei precedenti casi. Ed anche questa, come altre misure reiterate, dovrà passare al vaglio di Sala d’Ercole che non sempre segue in votazione le unanimi approvazioni delle commissioni.

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