Sicilia Queer Fest 2021, i vincitori e le motivazioni della giuria - QdS

Sicilia Queer Fest 2021, i vincitori e le motivazioni della giuria

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Sicilia Queer Fest 2021, i vincitori e le motivazioni della giuria

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lunedì 13 Settembre 2021

Fulcro del Festival, come di consueto, sono state le due sezioni competitive, che presentano 8 lungometraggi nelle Nuove Visioni e 13 cortometraggi nel Queer Short.

La giuria internazionale composta da Manuel Asín (critico spagnolo e direttore artistico del festival Punto de vista di Pamplona), Frank Beauvais (regista francese, vincitore del concorso di lungometraggi del Sicilia Queer 2020), Elisa Cuter (scrittrice e critica cinematografica italiana), Beatrice Gibson (artista e filmmaker sperimentale inglese) e Olaf Möller (selezionatore e critico tedesco, collaboratore di festival in tutto il mondo) assegna il premio per il miglior lungometraggio della sezione Nuove Visioni a ex aequo a Beatrix di Milena Czernovsky e Lilith Kraxner (Austria 2021) e aAloma i Mila di Tuixén Benet (Spagna 2020). La stessa giuria assegna il premio per il miglior cortometraggio – Queer Short a  Playback. Ensayo de una despendida di Agustina Comedi (Argentina 2019).

La giuria
del Palermo Pride – Conte Cappello premia ad ex aequo i
cortometraggi Playback. Ensayo de una
despendida
di Agustina Comedi
(Argentina 2019) e Herman@s di Hélène
Alix Mourrier (Francia 2021), ed assegna una menzione speciale a And then
we touch
di Benjamin Egger (Svizzera 2021).

Il pubblico
invece premia per i lungometraggi  La dernière séance di Gianluca Matarrese
(Italia, Francia 2021)e per i
cortometraggi Dustin diNaïla Guiguet (Francia 2020).

Le motivazioni della giuria
internazionale

Premio miglior
lungometraggio – Nuove Visioni

Beatrix di Milena
Czernovsky e Lilith Kraxner (Austria 2021)

«Per la
sua rappresentazione poetica del quotidiano, come per la sua costruzione
ellittica del tempo e dello spazio, la giuria ha deciso di premiare un film che
si distingue per il suo approccio giocoso e sottile nella caratterizzazione femminile
e il risultato complessivo in quanto opera prima».

Aloma i Mila di Tuixén Benet (Spagna 2020)

«Per la sua abile integrazione della
coreografia e della narrazione, il suo approccio creativo e personale
all’adattamento, e la sua rappresentazione del territorio».

Premio miglior cortometraggio – Queer
Short

Playback. Ensayo de una
despendida
di Agustina
Comedi (Argentina 2019)

«Per la sua rivisitazione intima e militante della memoria e il suo détournement del concetto di
conservazione dei filmati d’archivio».

Le motivazioni della giuria del Palermo Pride

Playback. Ensayo de una
despendida
di Agustina Comedi
(Argentina 2019)

«Perchè
racconta di come un gruppo di drag resistenti, in un’Argentina alla fine della
dittatura militare e all’alba della crisi mondiale dell’AIDS, costruisca uno
spazio safe della comunità per la comunità; uno spazio dove ci si diverte, si
condivide, ci si emoziona, si attraversa tutto insieme anche i lutti. Il film
racconta quello che era il meglio del nostro movimento in passato e che oggi
necessità di essere recuperato: il lavoro per la comunità e la capacità di
immaginare e scrivere un finale diverso, in un momento in cui fatalismo,
individualismo e normalizzazione sono la risposta più semplice».

Herman@s di Hélène
Alix Mourrier (Francia 2021)

«Perché
affronta la tematica della spazio pubblico, così il film, raccontandone la
trasformazione con il linguaggio proprio degli ultimi anni. Uno spazio della
comunità per la comunità, in cui ci si diverte, ma in cui si condivide anche quel
senso di isolamento e di solitudine che appartiene al nostro comune sentire,
specialmente degli ultimi anni. La lotta di Cuco non è la lotta di un solo
corpo, ma è la lotta di un corpo politico che rappresenta in sé la pluralità
delle identità e delle espressioni del proprio essere. Cuco, “creatura
transgender, terzo sesso, mostro fantasma, senza volto, senza sesso”
compare e scompare nella notte, fondendosi con la musica delle discoteche che
frequenta, l’unico luogo in cui può davvero esprimere la sua non-identità.
L’unico luogo in cui non è illegale. La maschera che Cuco indossa rivendica
politicamente la sua anonimità, il suo essere “solo corpo e parole”,
il suo “non-essere”, e per questo “essere-tutto”. Si tratta
dunque di una rappresentazione di una comunità che oggi si trova a dover
affrontare necessità ed istanze che aspirano alla liberazione, nel vero senso
intersezionale del termine, di tutti i corpi e di tutte le identità». 

Menzione
speciale

And then
we touch
di Benjamin Egger (Svizzera 2021)

«Per il
forte segnale politico che ci consegna. Da una pratica di sesso “kinky”
che è spesso soggetta a stereotipi, che genera stigmatizzazione e
discriminazione delle persone che le praticano, abbiamo invece molto da
imparare. La scena intima di due puppy players in un salotto che si
accarezzano, si annusano, si amano indicano a tutt* un modo creativo di non
rinunciare a vivere la sessualità in tempo di pandemia con gioia e soprattutto
mostrano una forma alternativa di sessualità che può essere vissuta in modo
appagante, paritario, senza prevaricazioni, senza possessore e posseduto, che
fa riflettere tutt* e può soprattutto essere di insegnamento rispetto a
pratiche agite con violenza da maschilità tossiche».

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