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In Sicilia speso solo un terzo del Fondo nazionale per le politiche sociali, rischio blocco dei servizi per i fragili

In Sicilia speso solo un terzo del Fondo nazionale per le politiche sociali, rischio blocco dei servizi per i fragili

Una circolare dell’assessorato regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro evidenzia un marcato rallentamento nell’utilizzo delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali (Fnps), soprattutto per le annualità 2019 e 2020

La Regione Siciliana denuncia ancora una volta una gestione troppo lenta dei fondi destinati ai servizi sociali. Si tratta di risorse importanti, milioni di euro provenienti dallo Stato per sostenere cittadini fragili: anziani, persone con disabilità, minori, donne in difficoltà e famiglie in condizioni di povertà.

Nonostante ciò, molti Comuni e distretti socio-sanitari non spendono correttamente questi fondi, compromettendo la continuità dei servizi essenziali. I distretti socio-sanitari, che dovrebbero programmare e rendicontare la spesa attraverso i Piani di zona, incontrano notevoli difficoltà amministrative.

Una circolare dell’assessorato regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro evidenzia un marcato rallentamento nell’utilizzo delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali (Fnps), soprattutto per le annualità 2019 e 2020.

I numeri del rallentamento, solo il 34% delle risorse Fnps 2019 è stato speso

Secondo la circolare, solo il 34% delle risorse Fnps 2019 è stato effettivamente speso e rendicontato. Sono stati stanziati 36 milioni di euro per il 2019 e quasi 26 milioni per il 2020 (pari al 73% dell’importo totale previsto per quell’anno), ma alcuni distretti non hanno nemmeno presentato l’atto di programmazione.

Questo livello di spesa è molto inferiore alla soglia minima del 75% richiesta dallo Stato per ottenere i successivi trasferimenti. Di conseguenza, il ministero del Lavoro non ha ancora trasferito alla Regione Siciliana i fondi Fnps 2021. Nonostante l’approvazione dei Piani di zona 2022-2024, il dipartimento regionale non può quindi impegnare o liquidare le somme relative alla prima annualità del nuovo ciclo, perché non ha ancora ricevuto le risorse statali.

Le cause e i tentativi di soluzione

Per supportare i distretti in difficoltà, nel 2022 la Regione aveva finanziato un progetto di affiancamento e formazione con il Formez PA, organismo specializzato nel rafforzamento delle competenze amministrative.

Tuttavia, i ritardi non si sono risolti. “La situazione non è più tollerabile e, senza un cambiamento radicale da parte dei distretti socio-sanitari, si rischia l’interruzione dei servizi finanziati dal Fnps”, si legge nella nota dell’assessorato regionale. La mancanza di rendicontazione penalizza anche i distretti più virtuosi, che, pur avendo già approvato il Piano di zona 2022-2024 e avendo un’alta capacità di spesa, non possono garantire continuità ai servizi in assenza dei fondi 2021.

La misura straordinaria: riprogrammare le risorse

Per sbloccare la situazione, la Regione concede ai distretti la possibilità straordinaria di riprogrammare le risorse del Fnps 2019 e 2020. Ciò significa poter modificare la destinazione iniziale dei fondi, indirizzandoli verso servizi più urgenti, più costosi o più facilmente rendicontabili.

L’unica eccezione riguarda l’area dell’infanzia e dell’adolescenza: almeno il 50% delle risorse dovrà comunque essere utilizzato in questo ambito, pur potendo superare tale soglia se necessario. Fra gli interventi finanziabili rientrano, ad esempio, l’assistenza a minori con disabilità o il pagamento delle rette per centri residenziali destinati a minori, donne vittime di violenza, anziani e disabili. I distretti che non provvederanno alla rimodulazione entro i tempi fissati rischiano il commissariamento.

I servizi che restano prioritari

Nonostante il blocco generale, la Regione ha anticipato le risorse relative ai livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps), che comprendono servizi considerati prioritari dal ministero e dalla stessa Regione, come la supervisione degli operatori sociali, le dimissioni protette degli ospedali e il programma Pippi per la tutela dei minori. Questi fondi sono stati resi disponibili ai distretti più virtuosi, garantendo la continuità degli interventi fondamentali.

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