ROMA – Sarà sfortuna o semplice analfabetismo istituzionale a impedire l’elezione diretta? Questo il dilemma che vede il nuovo stop alla elezione diretta degli organi di vertice degli enti di area vasta siciliani.
La decisione degli uffici legislativi della Camera dei Deputati di dichiarare inammissibile l’emendamento richiesto con forza dal governo della Regione Siciliana e da tutta la maggioranza di centrodestra dell’Ars, anche a causa dei tempi stretti per la convocazione dei comizi elettorali per svolgere le elezioni in primavera, conferma che a questo punto ciò che davvero affligge la Regione Siciliana è proprio l’analfabetismo istituzionale.
Perché è veramente ridicolo ripetere gli stessi errori per decenni, e aspettare da mesi che la Regione siciliana venisse autorizzata dal “Governo amico” ad aggirare la legge Delrio, e non capire che, anche se fosse stata accontentata, non avrebbe risolto alcunché, in quanto avrebbe comunque dovuto fare i conti sulla mancata rimozione di antichi impedimenti, ben conosciuti sin dal 1946 e incredibilmente volutamente ignorati. Infatti prima ancora della legge Delrio, che impedisce l’elezione diretta, e consente solo quella di secondo grado, lo Statuto dell’Autonomia siciliana, all’art. 15 sin dal 1946, ha soppresso le circoscrizioni provinciali e sancito cheo…

