La Sicilia torna arancione ma Siracusa non ci sta - QdS

La Sicilia torna arancione ma Siracusa non ci sta

La Sicilia torna arancione ma Siracusa non ci sta

martedì 16 Marzo 2021

Nuovo cambio di colore, nuove chiusure: monta lo scontento. Piscitello, Confcommercio Siracusa: “I dati ci collocano più vicini alla zona bianca. Chiudere di nuovo ci sembra l’ennesima ingiustizia”

SIRACUSA – Da ieri la Sicilia è passata in fascia arancione. Su questa misura restrittiva, entrata in vigore con l’ultimo Decreto Covid, hanno espresso preoccupazione sia Confcommercio Siracusa sia Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media impresa) Siracusa.

“Non comprendiamo perché, per l’ennesima volta, la Sicilia sia definita zona arancione quando i dati ci collocano più vicini alla zona bianca – dichiara il presidente di Confcommercio Siracusa, Elio Piscitello -. I dati ci collocano in posizione di rischio basso, la migliore regione dopo la Sardegna, con indice Rt notevolmente al di sotto della soglia critica. E allora ci chiediamo semplicemente perché? Abbiamo la sensazione che chi ci dovrebbe tutelare, durante le conferenze Stato-Regione, non abbia chiara la situazione in cui versano gran parte dei siciliani. Tanti imprenditori sono sulla soglia della disperazione, bollette da pagare, titoli in scadenza, mutui ed affitti da onorare, senza la relativa contropartita dell’incasso”.

“Chiudere di nuovo tante attività che possono ancora, magari per altri giorni, tentare di raggranellare qualche euro, ci sembra l’ennesima ingiustizia che si consuma nel silenzio assordante della classe politica tanto regionale quanto nazionale – prosegue il presidente di Confcommercio – . Volendo analizzare tutti i dati disponibili, comparandoli con quelli nazionali, si evidenzia che i ricoveri in terapia intensiva (soglia critica 30%), sono in Italia in media il 32% contro il 12% della Sicilia, lo stesso trend è confermato nei ricoveri in area non critica (soglia critica 40%), la media in Italia è il 37%, in Sicilia appena il 17%. Pertanto si evince abbastanza chiaramente che la Sicilia è in situazioni migliori rispetto alle altre regioni. Quanti altri sacrifici occorre chiedere a questa terra martoriata?”

“Auspichiamo – conclude Piscitello – che almeno i parlamentari nazionali siciliani non sosterranno, in Parlamento, questa decisione deludente e che siano al fianco dei propri concittadini”.

Analogo l’intervento del presidente di Cna Siracusa, Innocenzo Russo. “A distanza di un anno dall’avvento della pandemia di Covid, l’azione di contrasto al contagio continua a seguire lo stesso copione, con l’aggravio delle continue spese a carico di chi non riesce più ad alzare la testa – afferma Russo -. La scelta di porre in zona arancione la Sicilia dà l’ennesimo e forse definitivo colpo alle aziende della ristorazione, dei pubblici esercizi e dell’intera filiera primaria e secondaria il ritorno delle chiusure lascia attoniti gli operatori che dopo aver guardato con stupore la crisi di governo, oggi registrano un ritardo insopportabile nell’adozione di misure a loro sostegno, così come nell’erogazione di quelle già messe in campo negli scorsi mesi”.

“Un anno di crisi sanitaria ed economica ha piegato la nostra serenità ed è giunto il momento di dare risposte immediate e concrete – prosegue Russo – risposte che riguardano il governo nazionale ma anche quello regionale che non può assistere da spettatore reclamando solo l’intervento di Roma”.

“Si sta lavorando infatti ad una finanziaria regionale senza alcuna risposta, con tante misure della precedente norma ancora inattuate – conclude il presidente di Cna – ma adesso è tempo di responsabilità e di serietà, quella che le imprese hanno sempre dimostrato”.

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