Troppi debiti, il ceto medio rischia il crack: l'allarme dell'associazione Codici

Sicilia, troppi debiti e il ceto medio rischia il crack: l’allarme dell’associazione Codici

Sicilia, troppi debiti e il ceto medio rischia il crack: l’allarme dell’associazione Codici

Redazione  |
giovedì 13 Ottobre 2022

A tracciare il quadro è il segretario regionale dell’associazione Manfredi Zammataro che parla di rischio "bomba sociale"

L’associazione Codici Sicilia fa il punto sull’ultimo periodo e sull’attività svolta a sostegno delle famiglie e delle imprese colpite dal sovraindebitamento. L’associazione ha ricevuto – nelle sue varie dislocazioni territoriali sull’Isola – decine e decine di richieste di aiuto ma anche svariate domande per rimodulare i piani di rientro dal debito per chi ha usufruito della legge 3 del 2012, la cosiddetta legge “salva suicidi”.

A tracciare il quadro è il segretario regionale dell’associazione Manfredi Zammataro: “Dal 2020, ossia dall’avvento della pandemia, abbiamo registrato un continuo rincaro dei prezzi e abbiamo assistito piccole e medie imprese che pur di ripartire si sono dovute indebitare. Il combinato disposto tra inflazione e il caro energia attuale è stato il colpo di grazia con aumenti ancora più marcati che vengono poi fatti ricadere sui consumatori finali”.

“Questo circolo vizioso – continua il segretario di Codici Sicilia – sembra essere inarrestabile e sta bersagliando le fasce più deboli ma anche il ceto medio, come ad esempio i dipendenti pubblici che si trovano nella condizione di doversi indebitare per mantenere gli studi dei figli o sostenere i genitori. Basti pensare che secondo l’ultimo rapporto del Fondo Pensioni della Regione Siciliana sono cresciuti del 20% in un anno i regionali che si sono visti pignorare la pensione perché non hanno riscattato i debiti. La nostra associazione riceve ormai a cadenza regolare richieste di aiuto per accedere ai benefici della legge 3 del 2012 contro il sovraindebitamento ma abbiamo rilevato che anche chi vi ha avuto accesso si vede costretto a dover rimodulare il proprio piano di rientro dal debito. Questo perché l’aumento dei prezzi e dell’energia sta toccando pesantemente tutti. E’ una situazione che rischia di creare una bomba sociale tra indebitamento, chiusura di imprese, disoccupazione: lanciamo nuovamente un appello forte al governo regionale e nazionale affinché questo sia il dossier prioritario da affrontare con misure drastiche ed efficaci”.

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