Le realtà locali hanno rappresentato da sempre un argomento di importanza primaria per l’Unione Europea, forse più di quelle statali. La Sicilia non fa eccezione e da sempre, come terra in posizione strategica nel Mediterraneo e isola dalle molteplici risorse, ha ottenuto fondi e attenzioni particolari da numerose istituzioni comunitarie. Ma cosa si fa davvero per la Sicilia nell’ambito dell’Ue (Unione Europea)? È importante saperlo, soprattutto in un momento storico tormentato da crisi e guerre che sconvolgono gli equilibri internazionali.
A elencare tutti i progetti comunitari per il benessere della Sicilia, gli obiettivi da perseguire e le sfide da affrontare intervengono 3 europarlamentari siciliani: Pietro Bartolo, Annalisa Tardino e Ignazio Corrao. Tre voci differenti, che si occupano di tematiche diverse ma ugualmente importanti (dall’agricoltura, settore in crisi evidente, alla pesca e all’ambiente) e che lavorano con lo stesso obiettivo: dare rilevanza alla Sicilia all’interno dell’Unione Europea.
Dopo un breve excursus sugli europarlamentari siciliani, in questo approfondimento su QdS.it, si affronterà la tematica della crisi dell’agricoltura tra rincari e altro. In più, si accennerà alla situazione della pesca in Sicilia (oggetto di un secondo approfondimento).
I rappresentanti della Sicilia al Parlamento Ue sono 8. Si tratta di: Dino Giarrusso (Movimento 5 Stelle), Ignazio Corrao (Indipendente, ex Movimento 5 Stelle – Gruppo dei Verdi/Alleanza Libera Europea); Pietro Bartolo e Caterina Chinnici (Partito Democratico – Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo); Annalisa Tardino (Lega – Gruppo Identità e Democrazia), Francesca Donato (Ex Lega, indipendente); Giuseppe Milazzo (Fratelli d’Italia, ex Forza Italia – Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei) e Raffaele Stancanelli (Fratelli d’Italia – Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei).
Gli europarlamentari siciliani si occupano di rappresentare la Sicilia all’interno delle Commissioni e dei gruppi di appartenenza (disponibili sul sito del Parlamento Europeo). Il loro ruolo è decisivo e non si limita al lavoro “piani alti”, ma include anche l’ascolto delle esigenze della gente: “Il nostro lavoro non è solo nei palazzi delle istituzioni Ue, ma anche sul territorio. È importante incontrare le persone per far conoscere i risultati raggiunti, raccogliere istanze e richieste, e spiegare che quello che accade a Bruxelles incide sulla vita di tutti i giorni”, spiega Annalisa Tardino.
Tra Covid, rincari e guerra in Ucraina, l’agricoltura in Sicilia è in crisi e questo è un tema da affrontare immediatamente in sinergia con l’Ue.
Auto-approvvigionamento, corretta gestione del Piano per lo sviluppo rurale della Sicilia e tutela delle aziende agricole. Per Ignazio Corrao sono queste le “armi” migliori per la ripresa e lo sviluppo di un settore tradizionalmente trascurato ma fondamentale per l’economia siciliana.
L’approvvigionamento alimentare e la crisi dell’agricoltura sono un tema da affrontare urgentemente con l’Ue anche per Annalisa Tardino. “Il nostro comparto agroalimentare è stato tra i più colpiti dalla crisi Covid e l’attuale situazione internazionale non è stata certo un aiuto alla ripresa. Lo stesso vale per il rincaro dei carburanti, che ha colpito duramente anche il settore della pesca. Il sostegno già deciso dalla Commissione europea negli scorsi mesi si è già rivelato purtroppo insufficiente”.
“Siamo al lavoro perché l’Ue metta urgentemente in campo misure eccezionali a favore del settore agricolo. Una di queste può essere autorizzare gli Stati membri, così come fatto durante il Covid, a rimodulare i fondi non ancora impegnati degli attuali programmi Feasr dello Sviluppo rurale 2021-2022, come anticipi da usare per aiuti diretti all’emergenza”, aggiunge l’onorevole Tardino.
“L’agricoltura rappresenta un settore cruciale ma vulnerabile e spesso schiacciato dalle decisioni dell’Ue”, dichiara l’onorevole Corrao. Tanti, secondo l’europarlamentare, i problemi da affrontare e le inefficienze da combattere a livello locale e internazionale.
“In questi anni mi sono occupato tanto del PSR, il grande Piano per lo sviluppo rurale della Sicilia, finanziato con oltre 2 miliardi di euro di fondi Ue e spesso usato male, malissimo per colpa di bandi scritti coi piedi, assurde lungaggini burocratiche, criteri folli decisi dalla Regione e soprattutto le solite truffe all’Ue, che portavano i fondi destinati ai nostri agricoltori direttamente in mano alla mafia”, spiega.
“Attraverso decine di denunce, interrogazioni e incontri, siamo riusciti a fare pressioni sulle autorità regionali e ad arginare la mala-gestione del PSR. Abbiamo anche portato in Parlamento europeo e alla Commissione Ue le istanze degli agricoltori, in tutti i settori”, aggiunge. Corrao specifica anche che si tratta di settori “schiacciati dalla concorrenza scorretta”, ma anche dalle inefficienze burocratiche.
PAC: Politica Agricola Comune. Si tratta di uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza alimentare in Europa, ma anche per sostenere gli agricoltori. Per una terra come la Sicilia, una PAC ben gestita non è solo importante. È vitale.
Secondo Ignazio Corrao, la politica agricola comunitaria sarebbe ancora lontana dall’essere “a misura di agricoltore”. “Per anni ho ingaggiato uno scontro sistematico con la Commissione Ue per chiedere l’applicazione delle clausole di salvaguardia a tutela delle nostre aziende agricole esposte a una concorrenza criminale avallata dall’Europa. Ma non solo. Mi sono battuto con determinazione per una PAC che fosse a misura delle piccole aziende e dei lavoratori dell’agricoltura e capace di arginare lo strapotere delle lobby dell’agroindustria”, commenta.
Anche se c’è molto da fare, ci sono già risultati positivi: “In questi anni ho ottenuto tantissimi risultati, come per esempio il divieto delle aste al doppio ribasso, finalmente considerate come pratiche sleali anche dalla Commissione Ue, in seguito a un mio emendamento. Una grande vittoria per le decine di migliaia di braccianti, agricoltori e altri attori della filiera agricola siciliana”.
Per Corrao, la risoluzione della crisi dell’agricoltura in Sicilia nell’ambito dell’Ue passa anche dall’approvazione in tempi rapidi di due strategie. Si tratta di “Farm to Fork” e “Biodiversity Strategy for 2030“. “Sono due strategie cruciali per l’agricoltura siciliana, non solo in termini di riduzione dei pesticidi in agricoltura ma anche di sviluppo dell’agricoltura d’eccellenza e protezione della biodiversità”, dichiara.
Su “Farm to Fork” si esprime diversamente l’onorevole Tardino: “Bisogna sospendere la strategia ‘Farm to Fork’ e impedire che decisioni importanti vadano a penalizzare l’agricoltura mediterranea e le nostre produzioni di qualità”. In più, l’europarlamentare aggiunge: “Continuo la battaglia contro il Nutriscore, ma sottolineo anche l’impegno a 360 gradi a difesa del cibo tradizionale e del Made in Italy”.
Ci sono altri due temi relativi alla crisi dell’agricoltura in Sicilia da affrontare nell’ambito dell’Ue. Si tratta della promozione del Made in Italy e della tutela della biodiversità in ambito agrario.
“La guerra in Ucraina rischia di diventare l’alibi perfetto per distruggere tutti gli impegni ambientali in agricoltura previsti dalla Strategia per la biodiversità e sui pesticidi, in nome della sicurezza alimentare. E la Sicilia in questo scenario è la regione più vulnerabile ma anche forse la più ricca di opportunità”. Questo è il commento di Ignazio Corrao, che specifica di aver richiesto alla Commissione Ue di produrre sulla produzione locale di cereali e il grano italiano d’eccellenza senza sacrificare gli interessi ambientali.
“Le lobby dell’agricoltura intensiva stanno spingendo per tornare al passato, provando a sfruttare l’emergenza per aumentare l’uso dei pesticidi e le produzioni insostenibili. Occorre invece puntare sull’autoapprovvigionamento sostenendo tutte colture cerealicole d’eccellenza, come per esempio i grani antichi, che rappresentano un valore aggiunto per le esportazioni. E questo va fatto senza sacrificare i nostri importanti obiettivi ambientali”.
Accanto alla tutela degli agricoltori e delle risorse locali, serve tanta promozione: “Qualche settimana fa ho chiesto alla Commissione Ue di promuovere economicamente e ampliare le nostre colture locali, come il grano italiano d’eccellenza. A tutto ciò si aggiungono i Fondi Ue della nuova stagione di programmazione 21-27. Ecco, sarà fondamentale indirizzarli nei settori giusti, per questo vigilerò sulla corretta programmazione e attuazione, soprattutto del PSR”, afferma Corrao.
Quando si parla di crisi del settore primario, spesso si dimentica che questo include non solo l’agricoltura ma anche la pesca. All’interno del Parlamento Ue e della Commissione dedicata, gli onorevoli cercano di compiere uno sforzo congiunto per difendere la pesca sostenibile e sicura in Sicilia.
Questo è un tema particolarmente caro all’europarlamentare Pietro Bartolo. Conosciuto da molti come il “medico dei migranti” per il suo impegno nella piccola isola di Lampedusa, Bartolo è anche fortemente interessato alla pesca. E non solo perché è membro attivo della Commissione Ue per la pesca. Per Bartolo, infatti, la pesca è anche una questione di natura “personale”: “La maggior parte delle persone mi conoscono come il medico di Lampedusa e per il mio impegno a favore dei migranti. Quello che in molti non sanno è che sono figlio di pescatore e che da giovane ho fatto anch’io questo lavoro”, spiega l’europarlamentare.
Con il caro energia, i rincari delle materie prime e gli ostacoli a una pesca sostenibile e sicura, anche il settore pesca è in crisi. “Il settore ittico, purtroppo, attraversa un periodo di profonda crisi e necessita di tutto il sostegno possibile da parte delle istituzioni europee per poter continuare a rifornire la catena alimentare con prodotti freschi e di qualità“, spiega Bartolo.
Con queste parole, l’onorevole introduce un tema delicato – quello della situazione pesca in Sicilia e del lavoro nell’ambito Ue a tutela del settore. Questo argomento sarà oggetto di un secondo approfondimento/confronto su QdS.it.
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