Sicilia zona arancione, Musumeci a Roma, "subito ristori" - QdS

Sicilia zona arancione, Musumeci a Roma, “subito ristori”

Sicilia zona arancione, Musumeci a Roma, “subito ristori”

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sabato 09 Gennaio 2021

Riferendosi all'ordinanza del ministro della Salute, Speranza, Musumeci dice di prendere atto di questa decisione "con la piena consapevolezza che la stessa è stata adottata in base ai dati elaborati dalle Autorità scientifiche e alle indicazioni della Cabina di Regia"

La Sicilia in zona arancione e anche Musumeci scrive una lettera al Governo “di fornire doverose e puntuali rassicurazioni circa un’immediata messa in campo di ristori e la loro quantificazione”.

Questo per evitare “ulteriori penalizzazioni alle categorie colpite e per scongiurare il rischio che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia economica delle nostre Regioni”.

Questo per evitare, scrivono Zaia, Bonaccini, Fontana, Spirlì e Musumeci – “ulteriori penalizzazioni alle categorie colpite e per scongiurare il rischio che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia economica delle nostre Regioni”.

Riferendosi all’ordinanza del ministro della Salute, Speranza, i 5 governatori dicono di prendere atto di questa decisione “con la piena consapevolezza che la stessa è stata adottata in base ai dati elaborati dalle Autorità scientifiche e alle indicazioni della Cabina di Regia, a fronte della preoccupante diffusione del virus Covid 19”.

“Nel farlo, tuttavia – proseguono -, non si può fare a meno di rimarcare quale ricaduta drammatica il provvedimento abbia su imprenditori e operatori impegnati in attività produttive, commerciali, ricettive, turistiche, gastronomiche, sportive e ricreative”.

“Il provvedimento impone, infatti – sottolineano i presidenti -, ulteriori restrizioni alla mobilità dei cittadini e alla normale conduzione delle attività economiche dei tessuti produttivi”

Da qui, e alla luce “della profondissima crisi in cui si dibattono migliaia e migliaia di questi territori” la richiesta al presidente del Consiglio, Conte, di una “messa in campo dei ristori, e della loro quantificazione”

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