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Per i siciliani le pensioni sono sempre più misere: nel 2024 importi al di sotto della media nazionale

Per i siciliani le pensioni sono sempre più misere: nel 2024 importi al di sotto della media nazionale

Una differenza sostanziale quella evidenziata dai dati dell’osservatorio Inps, che si attesta a circa 200 euro

ROMA – Nel 2024 sono stati poco più di 60 mila i siciliani che sono andati in pensione, e gli importi sono di anno in anno sempre più bassi, tanto che diventa difficile per molti sbarcare il lunario, in una società che ha visto i costi salire in maniera vertiginosa, soprattutto negli ultimi anni.

Le pensioni dei siciliani sotto la media nazionale

Nel 2024, infatti, l’importo medio (dati osservatorio Inps) si è fermato ad appena 1.062 euro, al di sotto di circa 200 euro rispetto alla media nazionale, che arriva a 1.231 euro. Gli importi scendono nettamente per coloro che fruiscono di assegni sociali, in Sicilia in totale 14.500, in media fermi a 474 euro. Al di sotto dei mille euro anche coloro che godono della pensione di invalidità, in totale 3.800 circa siciliani, che ricevono un assegno di 840 euro. Appena sopra i 15 mila superstiti, che godono della cosiddetta pensione di reversibilità.

Questa categoria conta tutti coloro che ricevono il 60% dell’emolumento che sarebbe toccato al proprio coniuge defunto, o in quote diverse nel caso dei figli minori. Sull’Isola l’importo medio di tale gruppo si ferma a 857 euro. Gli importi diventano più elevati per coloro che hanno ricevuto la pensione di vecchiaia, circa 20 mila unità, con una media di 1.250 euro; la cifra sale ulteriormente per i circa 7 mila lavoratori che hanno maturato requisiti contributivi utili prima dell’età minima per la pensione ordinaria, che potranno quindi fruire della pensione anticipata, pari, in media, a circa 2.300 euro.

Per tipologia di attività lavorativa svolta prima di andare in pensione, sono i dipendenti pubblici quelli si ritrovano con un assegno mensile più alto, che supera di poco i 2 mila euro mensili. A seguire, i fondi speciali, che sono riservati ad una serie di categorie lavorative che sostituiscono o integrano i fondi Inps. Per questi lavoratori l’importo medio arriva a poco più di 1.500 euro, mentre per i dipendenti privati ci si ferma a 1.050 euro. Gli autonomi scendono ben al di sotto dei mille euro, arrivando, in media, ad appena 700 euro, poco sopra i cosiddetti assegni sociali, di appena 474 euro al mese.

A livello nazionale, le pensioni con decorrenza nel 2024 sono state 830.452, per un importo medio di 1.246 euro. In particolare, per quanto riguarda le singole categorie, le pensioni di tipo previdenziale sono state 254.213 per vecchiaia, 215.058 anticipate, 52.261 invalidità e 213.680 superstiti. Analizzando le singole gestioni, quella dei dipendenti privati, compresa la gestione separata, ha totalizzato 332.487 pensioni; segue la gestione dei dipendenti pubblici con 115.431 nuove registrazioni, gli artigiani a 82.176, i commercianti a 71.473. Quindi, i fondi speciali, che contano 56.944 nuove unità nel 2024, i parasubordinati, che ammontano a 45.896, e i coltivatori diretti, coloni e mezzadri, pari a 30.805.

In ultimo, gli assegni sociali nel 2024 sono stati 95.240. Quasi tutte le categorie hanno segnato una flessione nei numeri rispetto al 2023, tanto che in un solo anno il totale si è ridotto di ben 77 mila referenze; unica gestione in crescita, quella degli assegni sociali, cresciuta di 4 mila unità. Lo stesso andamento in negativo si evidenzia nell’Isola, che vede il totale dei nuovi pensionamenti ridursi, tra 2023 e 2024, di 5 mila unità.