Si guadagna in media, al netto del sommerso, meno di 18 mila euro: la media italiana è di circa 6 mila euro in più
In Sicilia i lavoratori guadagnano poco e niente. Nel 2022, i siciliani hanno racimolato in termini di stipendi o salari mediamente appena 17.990 euro, secondo gli ultimi dati messi a disposizione dal ministero dell’Economia e delle finanze, elaborati dall’ufficio studi della Cgia, l’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, quasi 6 mila euro in meno rispetto alla rispetto alla media nazionale, che sale a 23.633 euro.
A scendere sotto la media regionale c’è la provincia di Agrigento, dove il reddito medio scende a 16.468 euro, e Ragusa a 16.705. Poco sopra, Enna, dove i redditi si attestano a 16.797 euro. Al contrario, i redditi più alti si registrano nella provincia di Palermo, a 19.998 euro; a seguire, Catania, a 19.267 euro. I risultati registrati in Sicilia sono ancora più impietosi se si guarda alla cima della graduatoria delle province italiane.
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Al primo posto Milano, dove il reddito medio arriva a 32.287 euro. Al secondo posto Monza e Brianza, a 28.190 euro, e quindi Roma, a 27.366 euro.
I versamenti Irpef al lumicino
Ai bassi redditi corrispondono anche versamenti Irpef per nulla ingenti. Se i milanesi pagano oltre 8.500 euro, in Sicilia tale valore scende in media a 3.976 euro; la media nazionale si ferma a 5.381 euro. A pagare di più, dopo i milanesi, i soggetti Irpef di Roma con 7.092, di Monza-Brianza con 6.574, di Bolzano con 6.472 e di Bologna con 6.323 euro.
I meno “vessati” del Paese, invece, sono i residenti del Sud Sardegna; sempre nel 2022 l’Irpef media pagata al fisco nella provincia sarda da ogni singolo contribuente è stata pari a 3.338 euro. Si tratta di un dato che nasconde una grande complessità. Il sistema tributario italiano, infatti, si basa sul criterio della progressività. Pertanto, i territori in cui si paga di più sono anche quelli dove i livelli di reddito sono più elevati. Verosimilmente, dove si paga di più, la qualità e la quantità dei servizi erogati dalle amministrazioni pubbliche di questi territori spesso sono di rango superiore rispetto a quelli somministrati nelle altre aree del Paese dove si pagano meno tasse.
Quanti sono i contribuenti
I contribuenti Irpef presenti in Italia sono poco più di 42 milioni, di cui 23,3 milioni dichiarano redditi da lavoro dipendente, 14,5 milioni dichiarano redditi da pensione, 1,6 milioni sono occupati come lavoratori autonomi e 1,6 milioni presentano altri redditi, come affitti, terreni o rendite. Nel 2022 l’importo medio nazionale di Irpef versato all’erario è stato pari a 5.381 euro. La percentuale di contribuenti che ha pagato meno della media nazionale si è attestata al 69%. Questo vuol dire che in Italia quasi 7 contribuenti Irpef su 10 versano al fisco meno di 5.381 euro all’anno. L’area che presenta la percentuale più bassa, pari al 60%, è la provincia autonoma di Bolzano. Seguono il Lazio con il 63%, la Lombardia con il 64%, la Valle d’Aosta con il 66% e l’Emilia Romagna e la Liguria entrambe con il 67%.
I contribuenti meno abbienti
Le regioni, invece, dove il tasso dei contribuenti meno abbienti è nettamente maggiore li scorgiamo in Calabria, dove il 78% dei contribuenti paga meno della media nazionale, nella Provincia autonoma di Trento con l’80% e nelle Marche con l’84%. Nel 2022 le casse dello Stato hanno ricevuto 174,2 miliardi di euro di Irpef netta, “sottodimensionati” di almeno 20 miliardi euro di detrazioni Irpef previsti dalla legge, come per spese mediche, tasse scolastiche, interessi passivi sul mutuo prima casa e vari bonus edilizi. Inoltre, a concorrere a ridurre il prelievo vi sono altri 28 miliardi di oneri deducibili Irpef, che abbattono il reddito complessivo su cui, successivamente, si applica l’aliquota Irpef corrispondente.