I siciliani sono tra le popolazioni più sedentarie d’Italia. Il dato emerge dall’ultimo Rapporto Istat pubblicato sul tema “Fumo, alcol, eccesso di peso e sedentarietà”, con l’Isola (51,2%) che per percentuali di sedentarietà si posiziona dietro solo agli abitanti di Basilicata (52,9%) e Campania (52,5%).
Le conseguenze
La conseguenza è che tra i giovani siciliani, oltre un terzo dei ragazzi risulta in eccesso di peso e con percentuali preoccupanti: 33,8%. Un dato che si spiega anche con l’assenza di una adeguata impiantistica sportiva che consenta ai giovani di vivere il proprio tempo libero con gli occhi staccati da cellulari, playstation e televisione.
“I livelli più elevati, con oltre un terzo di ragazzi in eccesso di peso, si registrano in Campania (36,5%), Calabria (35,8%), Basilicata (35,0%) e Sicilia (33,8%)”, spiega l’Istituto. Ma non sono gli unici dati allarmanti che riguardando la regione e che, in prospettiva futura, rischiano di pesare come un macigno sul Servizio sanitario regionale, già in crisi per i molteplici tagli al settore (LINK). Procediamo con ordine.
I dati del report
Italiani meno sedentari. Stabili eccesso di peso, alcol a rischio, abitudine al fumo. Sono questi i principali dati che emergono dall’analisi condotta a livello nazionale dall’Istat. Nel 2023 si riduce la sedentarietà (-2,2 punti percentuali rispetto al 2022), problema che tuttavia riguarda più di un terzo della popolazione di 3 anni e più (35,0%).
Con valori stabili rispetto al 2022, la quota di persone adulte in eccesso di peso è pari al 46,3%, mentre il 15% della popolazione di 11 anni e più ha almeno un comportamento di consumo di alcol a rischio e il 18,7% è un fumatore. Su base nazionale, la media dei fumatori è superiore a un italiano su cinque. È invece pari al 26,7% la percentuale di bambini e ragazzi di 3-17 anni in eccesso di peso, soprattutto tra i bambini fino a 10 anni, dove si arriva quasi al 33%.
Nell’analisi, l’Istituto evidenzia anche una correlazione tra sedentarietà e titolo di studio: chi studia di più e quindi è più istruito su eventuali rischi per la salute, tende a essere meno sovrappeso. Ammonta infatti al 55,6% la percentuale di persone di 25 anni e più sedentarie con basso titolo di studio, quota che scende al 17,9% tra chi ha la laurea o un titolo di studio superiore.
In relazione ai diversi fattori di rischio l’Italia, nel contesto europeo (Ue27), si distingue per i livelli molto bassi di obesità e una quota minore di fumatori abituali; tuttavia, si caratterizza anche per una percentuale molto bassa di adulti che svolgono attività fisica, almeno secondo i livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) al fine di migliorare le condizioni di salute.
Secondo il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 tali fattori di rischio insieme alle caratteristiche dell’ambiente e del contesto sociale, economico e culturale rappresentano cause alle quali si può ricondurre il 60% del carico (burden) dovuto alle malattie croniche non trasmissibili (malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie croniche, diabete, problemi di salute mentale, disturbi muscolo scheletrici) in Europa e in Italia che restano le principali cause di morte a livello mondiale.
Il caso Sicilia
In Sicilia, la percentuale di fumatori si attesta attorno al 19,4%, in linea con la media del Mezzogiorno e leggermente superiore a quella del Nord (18,9%). Sebbene non vi siano variazioni significative rispetto al 2022, il dato resta un segnale d’allarme, considerando le gravi conseguenze del tabagismo sulla salute.
Il consumo di alcol con modalità a rischio, che include il binge drinking e il consumo abituale eccedentario, interessa il 12% della popolazione del Mezzogiorno, con una tendenza alla crescita tra i giovani. Particolarmente preoccupante è il dato relativo agli adolescenti tra 11 e 17 anni, tra i quali il 15,7% ha consumato almeno una bevanda alcolica nell’anno, nonostante il divieto di vendita ai minori di 18 anni.
La Sicilia registra una delle percentuali più elevate di persone in eccesso di peso. Nel 2023, il 48,8% degli adulti presenta un peso superiore alla norma, con il 36,8% in sovrappeso e il 13,1% obeso. Ancora più allarmante è il dato riguardante bambini e adolescenti tra 3 e 17 anni: ben il 33,8% rientra nella categoria dell’eccesso di peso, un valore tra i più alti in Italia, superato solo da Campania (36,5%), Calabria (35,8%) e Basilicata (35%).
La sedentarietà rappresenta uno dei maggiori problemi per la salute pubblica siciliana. Il 51,2% della popolazione non pratica alcuna attività fisica o sportiva nel tempo libero, un dato allarmante se confrontato con la media nazionale (35,0%) e con il Nord (24,3%). La Sicilia si posiziona tra le regioni con il più alto tasso di inattività, preceduta solo da Basilicata (52,9%) e Campania (52,5%).
I dati ISTAT mettono in evidenza una situazione critica per la salute pubblica in Sicilia, con alti tassi di fumo, consumo di alcol a rischio, eccesso di peso e sedentarietà. L’importanza di interventi mirati in ambito educativo e sanitario risulta fondamentale per contrastare queste problematiche, promuovendo stili di vita più salutari e riducendo il rischio di malattie croniche legate a questi fattori di rischio.
Il rischio per il SSN in Sicilia
Chi potrebbe essere messo sottopressione in futuro per i dati presenti in Sicilia è il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). I fattori di rischio connessi con fumo, consumo di alcol a rischio, eccesso di peso e sedentarietà sono tra le principali cause di malattie croniche come diabete, malattie cardiovascolari, tumori e patologie respiratorie, che già rappresentano il maggior carico assistenziale per il sistema sanitario regionale.
L’eccesso di peso e la sedentarietà contribuiscono all’aumento dell’incidenza di diabete di tipo 2 e ipertensione, due condizioni che richiedono un trattamento a lungo termine, con un impatto diretto sulla spesa farmaceutica e sulle cure specialistiche. Mentre per il fumo e il consumo di alcol, di rischia l’aumentano di casi di malattie cardiovascolari e tumori.
Sovraccarico degli ospedali e delle strutture sanitarie
Con l’aumento della prevalenza di obesità e sedentarietà, cresce il numero di pazienti con malattie cardiovascolari e metaboliche, aumentando la pressione sui reparti di medicina interna, cardiologia ed endocrinologia. Il fumo e l’alcolismo contribuiscono poi alla diffusione di patologie respiratorie croniche (BPCO) e di epatopatie, aumentando la necessità di ricoveri e trattamenti specialistici.
Una situazione che impone una crescita dei costi sanitari e assistenziali per la gestione delle malattie croniche, per un aumento della spesa sanitaria per i farmaci e le prestazioni ambulatoriali e ospedaliere. Ma anche per una maggiore necessità di riabilitazione per patologie cardiovascolari e respiratorie.
I dati esposti dall’Istat indicano la necessità di potenziare le campagne di prevenzione e promozione della salute, con interventi mirati per ridurre la sedentarietà, migliorare l’alimentazione e contrastare l’abuso di alcol e tabacco, soprattutto tra i giovanissimi. Mentre i tagli al SSN, per la spending review della sanità voluta dal governo Meloni, continuano ad aprire cicatrici difficilmente risanabili senza invertire la rotta.

