Sicindustria: “Caos quarantene e vuoti normativi mandano le imprese in tilt” - QdS

Sicindustria: “Caos quarantene e vuoti normativi mandano le imprese in tilt”

Raffaella Pessina

Sicindustria: “Caos quarantene e vuoti normativi mandano le imprese in tilt”

sabato 05 Dicembre 2020

“Servono regole senza zone d’ombra, che disciplini tutte le ipotesi e dia certezze”. Albanese: “Non possiamo restare ostaggio degli intasamenti nelle Usca”

PALERMO – Sicindustria lancia l’allarme sulla paralisi delle aziende dell’isola in questa seconda ondata della pandemia. Una situazione che sta producendo conseguenze devastanti sul piano dell’organizzazione aziendale, sui fatturati e sulla produttività delle aziende per due ragioni principali: i ritardi nei tamponi e il vuoto normativo sul trattamento della quarantena e dell’isolamento, in caso di infortunio o di malattia.

“I lavoratori – spiega Sicindustria in una nota -, dopo un tampone antigenico positivo, restano mediamente da 7 a 10 giorni in attesa del tampone molecolare dell’Usca. Dalla data del tampone comincia l’isolamento del lavoratore e la quarantena degli altri dipendenti che vi sono entrati in contatto stretto. L’intervallo tra il primo e il secondo tampone è un tempo morto. Una insostenibile perdita di giornate lavorative, una causa paralizzante dell’attività delle imprese, un pericoloso rischio di contenzioso con l’Inps”.

Il Covid-19 è riconosciuto come malattia, e dunque indennizzato dall’Inps. Ma nei casi di contagio sul luogo di lavoro è qualificato infortunio professionale, dunque in gestione Inail. Non sempre è facile individuare il confine tra malattia e infortunio. E questo non è un dettaglio: l’indennità per infortunio viene riconosciuta direttamente dall’Inail al lavoratore. La malattia viene anticipata dall’impresa al lavoratore e poi viene conguagliata dall’Inps. Sia nel primo caso che nel secondo comunque il sistema di assistenza parte solo dopo il tampone molecolare dell’Usca.

E dunque in attesa di tampone il lavoratore rimane a casa – a spese dell’impresa – senza nessuna copertura assistenziale. Inoltre il lavoratore che è stato a contatto stretto con un positivo deve andare in quarantena. Cioè deve restare a casa sotto osservazione in attesa di eventuali sintomi. L’Inps stabilisce che può lavorare dal proprio domicilio. Resta il grande buco nero normativo della quarantena di tutti i dipendenti che non possono andare in telelavoro. come gli operai di un cantiere. “In un momento così critico – dice Sicindustria – è necessario un sistema di regole senza zone d’ombra, che disciplini tutte le ipotesi e che dia certezze ai lavoratori e alle aziende”.

Non possiamo restare ostaggio degli intasamenti nelle Usca, i lavoratori sono sotto sequestro a casa mentre fuori il mondo continua a correre – conclude il vicepresidente vicario di Sicindustria Alessandro Albanese – . È urgente affrontare questo tema, e aprire il ventaglio dei laboratori abilitati ai tamponi molecolari validi per statuire l’inizio e la fine dell’isolamento e della quarantena”.

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