Sicindustria, "Incomprensibile no a impianto green di biometano" - QdS

Sicindustria, “Incomprensibile no a impianto green di biometano”

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Sicindustria, “Incomprensibile no a impianto green di biometano”

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mercoledì 20 Gennaio 2021

“Si tratta – spiega Ivo Blandina, presidente di Sicindustria Messina – di un progetto pronto per la realizzazione per un impianto ad elevata tecnologia"

Il “no” della commissione
tecnica specialistica al progetto di A2A Energiefuture per la
realizzazione di un impianto green di biometano a San Filippo
del Mela
, sito industriale già dotato delle necessarie infrastrutture, ha creato
una vera e propria levata di scudi sul territorio. E così, Sicindustria
Messina, insieme con Cgil, Cisl e Uil, ha preso carta e penna e ha scritto
all’assessorato regionale al territorio e ambiente: “Il diniego, che attiene
all’aspetto autorizzatorio dell’attività e non alla Valutazione ambientale già
esitata positivamente – si legge nella nota – desta molte perplessità, dato che
nella Valle del Mela si sente forte l’esigenza di conversione delle attività
industriali nel segno della sostenibilità degli impianti di produzione
energetica”.

Il nuovo investimento di
A2A permetterebbe infatti, attraverso il trattamento della frazione organica
derivante dalla raccolta differenziata dei rifiuti, di produrre gas naturale,
compost certificato, utilizzato come fertilizzante in agricoltura e nel settore
della florovivaistica, e biometano derivante dal trattamento di raffinazione
del biogas ottenuto da fonte rinnovabile e utilizzabile per veicoli a motore o
per i comuni utilizzi domestici (riscaldamento, acqua calda sanitaria e
cucina). Il tutto con un piano di investimenti complessivo di circa 400 milioni
di euro, ai quali sommare il valore dell’indotto.

Ivo Blandina

“Si tratta – spiega Ivo
Blandina
, presidente di Sicindustria Messina – di un progetto pronto per la
realizzazione per un impianto ad elevata tecnologia, coerente tanto con i fabbisogni
rilevati dal Piano d’Ambito per la gestione dei rifiuti elaborato dalla Srr Messina
– Area Metropolitana, quanto con le linee previste dal Next Generation Plan
della transizione ecologica e dell’economia circolare. Questo incomprensibile parere
negativo mette quindi a rischio un investimento davvero importante in un
territorio che ha urgente bisogno della migliore progettualità per individuare
e sostenere l’occupazione. Ancor di più in un periodo di grave crisi come
quello attuale”.

La Commissione ha motivato
il parere negativo perché il progetto non è indicato nel Piano
d’Ambito redatto dalla Srr Messina
– Area Metropolitana che prevede,
invece, la realizzazione di due impianti pubblici, a Mili e a Monforte San
Giorgio. Per entrambi si è però ancora nella fase di avvio della progettazione
e mancano le risorse. “Tradotto – aggiunge Blandina – questo significa che sarà
necessario affrontare ancora per un lungo periodo la tradizionale soluzione del
conferimento in discarica, piuttosto che l’attivazione di processi virtuosi per
la soluzione di problemi decennali legati alla mancanza di una efficace
programmazione”.

“Il fatto che, in fase di programmazione – sottolinea ulteriormente la nota congiunta – sia stata prevista la realizzazione su iniziativa pubblica di impianti per il trattamento dei rifiuti urbani, non può in alcun modo precludere l’autorizzazione di un impianto privato, che svolge attività sul libero mercato e che, come tale, può esercitare il suo business anche acquistando sul mercato il materiale da trattare.

La programmazione, infatti, ha lo scopo di accertare e prevedere le esigenze e le relative soluzioni, ma non può costituire un limite ai procedimenti autorizzativi di impianti privati. E se mettiamo in relazione questo grave episodio con la più generale situazione del polo industriale di Milazzo – una delle pochissime realtà manifatturiere del nostro territorio – tenuto sotto scacco dal Piano della qualità dell’aria della Regione siciliana, emerge con chiarezza la pervicace volontà di penalizzare le attività private in nome di una riconversione in senso green declinata in maniera assolutamente generica, lacunosa sul piano delle valutazioni di efficacia e secondo una progettualità che non fornisce realistiche prospettive”.

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