Sicurezza stradale, Salvini "Valutare riforma codice" - QdS

Sicurezza stradale, Salvini “Valutare riforma codice”

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Sicurezza stradale, Salvini “Valutare riforma codice”

Redazione  |
venerdì 02 Dicembre 2022

"La tragica scomparsa di Rebellin impone per l’ennesima volta il tema della sicurezza stradale", scrive il leader della Lega

“La tragica scomparsa di Davide Rebellin impone per l’ennesima volta il tema della sicurezza stradale“. Così in una lettera alla Gazzetta dello Sport, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.

“Il tema è serio – scrive il leader della Lega – e non merita di essere banalizzato, quindi sarò estremamente concreto: i dati Istat offrono una fotografia preoccupante. Il record degli incidenti in valore assoluto si registra a Roma e poi a Milano, ma tra il 2020 e il 2021 l’incremento della mortalità è stato dell’11,1% con alcune città che meritano particolare attenzione: le vittime sono cresciute del 133% a Messina, dell’85,7% a Firenze, del 54,5% a Catania. Tremendi i numeri dei monopattini: tra il 2020 e il 2021 l’incremento dei sinistri fa segnare +272,52%”.

Sulle misure da adottare Salvini spiega che “come Mit, oltre a valutare una eventuale riforma del codice della strada su cui stanno ragionando i tecnici (l’obiettivo è tutelare gli utenti più a rischio, proprio come i ciclisti), è già partita una campagna di sensibilizzazione sui social che sarà intensificata nel periodo natalizio”

Inoltre “è fondamentale una ricognizione sulla qualità delle infrastrutture, a partire dalle strade, perché anche la buca più banale può rivelarsi una trappola mortale soprattutto per chi si muove su due ruote”. E ancora dal ministro arriva “il richiamo alla ragionevolezza vale per tutti, anche per evitare l’eccessiva avventatezza nella realizzazione di piste ciclabili inadeguate, che sono tutto tranne che sicure: ci sono casi di percorsi ricavati solo con qualche pennellata sull’asfalto, in mezzo a strade trafficate, per poter dire ‘c’è la corsia dedicata alle bici’ senza che ci sia reale tutela per le due ruote”. Al lavoro anche sulle patenti “per verificare il funzionamento del sistema dei punti che – soprattutto all’inizio – erano stati uno strumento efficace anche in ottica di prevenzione. Banalmente, i cittadini si sentivano più controllati e quindi erano più ligi alle regole”.

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