Necessario, per i primi cittadini, verificare i requisiti di Sie.
Catania, Acireale, Gravina di Catania, Biancavilla, Misterbianco, Tremestieri Etneo, Bronte. Sono i Comuni che, nella provincia etnea, hanno deciso di reagire alla nomina da parte della Regione di un commissario per completare l’iter di affidamento del servizio idrico alla società pubblico-privata Sie.
Il provvedimento è seguito alla mancata approvazione da parte dell’Assemblea territoriale idrica dell’aggiornamento della convenzione che, nel 2005, era stata sottoscritta da Sie, al termine di una gara d’appalto che successivamente era stata bloccata dai ricorsi e i cui effetti invece, a fine 2021, sono stati ripristinati dal Consiglio di giustizia amministrativa.
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Sentenze che sembravano aver messo la parola fine su chi dovesse, per trent’anni, occuparsi di portare l’acqua a casa dei cittadini dei 58 comuni della provincia, e che invece hanno aperto una querelle interna all’Ati – l’organo politico in cui siedono i sindaci – tra coloro che ritengono che esistano tutte le condizioni per avviare l’affidamento, ed evitare così lo spauracchio della perdita dei fondi del Pnrr, il cui utilizzo sarebbe impossibile senza l’individuazione di un soggetto unico rispetto alla piccola galassia di gestori finora attivi, e chi invece è convinto che ci siano ancora aspetti da chiarire. A partire dalla capacità di Sie – in questi anni gestore in parte del Calatino – di assolvere il proprio compito.
È per questo che Enrico Trantino, Roberto Barbagallo, Massimiliano Giammusso, Antonio Bonanno, Marco Corsaro, Santi Rando e Pino Firrarello hanno sottoscritto una lettera indirizzata all’assessore regionale Roberto Di Mauro. I sette sindaci chiedono di revocare la nomina di Francesca Spedale come commissaria ad acta. “Ciò consentirebbe una piena consapevolezza e una trasparenza nell’affidamento del servizio, la cui portata economica e durata sono epocali”, si legge nella missiva visionata dal Qds.
La disputa sulla convenzione Sie
Il nodo principale riguarda l’aggiornamento delle condizioni che caratterizzerebbero l’appalto. Due anni fa, il Cga aveva specificato che, prima di partire con il servizio, l’Assemblea territoriale idrica avrebbe dovuto rivedere la convenzione tenendo conto di un contesto senz’altro cambiato rispetto a quello esistente nel 2005. A fronte di ciò, gli uffici dell’Ati hanno lavorato a una nuova bozza in cui a essere modificato è stato anche l’ammontare dei lavori che Sie – il cui socio privato è rappresentato da Hydro Catania, società per azioni al cui interno si trovano sia soggetti pubblici che privati, a partire dal Consorzio Stabile Generali Infrastrutture – avrebbe diritto a effettuare direttamente. Modifiche che sono state ritenute ben più che semplici ritocchi, se si considera che la cifra è stata quantificata in circa 1,4 miliardi di euro.
“Dopo lunghe е complesse interlocuzioni tra la presidenza Ati (Fabio Mancuso, sindaco di Adrano, ndr), con il supporto dei dirigenti amministrativi е tecnici, е la stessa Sie – si legge nella lettera protocollata ieri dal Comune di Acireale – nello scorso mese di ottobre, ben oltre quindi la scadenza prevista dal giudice amministrativo, al Consiglio direttivo di Ati Catania è stata sottoposta una bozza di convenzione da sottoporre al gradimento di Sie. Tale bozza è stata firmata da Sie, senza рег altro un preventivo coinvolgimento assembleare dei soci pubblici, maggioritari, all’interno della stessa società (il 51% di Sie è costituito dai 58 Comuni della provincia), е quindi sottoposta all’approvazione definitiva da parte dell’Assemblea territoriale idrica”. Nel documento si contesta la nuova formulazione della convenzione: “Non costituisce un aggiornamento del 2005, bensì un documento che va adeguato e integrato nel rispetto del prevalente interesse pubblico”.
Le clausole di salvaguardia
A dicembre per tre volte l’Ati è stata convocata con ordini del giorno che prevedevano l’approvazione della convenzione, ma il mancato raggiungimento del numero legale – il 28 dicembre giustificato con il cordoglio per la morte di Santo Castiglione – ha impedito di discutere e votare i contenuti dell’accordo: “Nelle prime due sedute del 7 е 20 dicembre diversi sindaci componenti dell’Ati – si legge –avevano presentato degli emendamenti alla bozza di convenzione proposta, al fine di salvaguardare il prevalente interesse pubblico in un settore che gestisce il bene di prima necessità рег eccellenza”.
Tra i punti contestati dai sindaci c’è la mancata verifica dei requisiti di capacità economico-finanziaria e tecnica del socio privato di Sie. “Verifica iniziata solo lo scorso 30 novembre”, rimarcano i primi cittadini. Un passaggio fondamentale di cui, secondo i firmatari della lettera, doveva essere informato il Consiglio di giustizia amministrativa “atteso che la dimostrazione dei requisiti eliminerà qualsiasi controversia е che, di contro, l’acclarata insussistenza degli stessi determinerà la declaratoria di risoluzione per inadempimento dell’aggiudicatario”.
A essere messa in discussione, inoltre, è la fideiussione dovuta da Sie che, a fronte dell’aggiornamento dell’importo della convenzione, andrebbe modificata “eventualmente anche con ricorso ad arbitrato per l’individuazione del corretto valore”. Tra le richieste, infine, ci sono l’aumento del numero dei membri del Consiglio di sorveglianza di Sie, portandolo a 15, e l’inserimento di una clausola di rescissione “in caso di pronunce giudiziarie sfavorevoli rispetto al contenzioso già in essere о eventuali ulteriori procedimenti giudiziari, in merito – concludono i primi cittadini – alla individuazione di Sie come gestore unico d’ambito, о alla permanenza dei requisiti tecnici ed economici previsti”.