Una volta in agosto non succedeva niente
di Stefano Modena
Consulente di corporate governance
Nelle estati normali, a ferragosto, sui giornali si leggevano notizie del tipo “signore morde cane”, come difendersi dal caldo (bere tanto, mangiare frutta e verdura, non uscire dalle 13 alle 15). Il Ministro dell’Interno era l’unico che lavorava vegliando sul meritato riposo degli italiani, e ci teneva molto a farlo sapere con l’immancabile servizio in TV dalla Sala Operativa piena di gente. Una volta in agosto non succedeva niente, tranne cose fondamentali preparate in segreto e concluse nella distrazione generale delle vacanze, senza possibilità di replica organizzata. D’altra parte qualche giorno di riposo è necessario.
Oggi invece tra siccità, pandemia, guerra e imminenti elezioni è cambiato tutto, non ci si può distrarre più di tanto se no si rischia di ritrovarsi premier uno sconosciuto mai sentito prima o qualcuno conosciuto che si sarebbe voluto evitare, bloccati da qualche parte a causa di scioperi, colpi di stato, malattie nuove e vecchie. Anche il ferragosto è un po’ snaturato. Ha cominciato a fare caldo torrido a giugno e per due mesi non ha dato tregua. Come sempre le poche interruzioni sono state causate da temporali o nubifragi, che da un po’ sono diventate bombe d’acqua, devastanti quanto la siccità che ha arso la penisola per settimane.
Non c’è più la mezza stagione, Signora mia! Anzi, sembra che ne siano rimaste solo due, di stagioni, quella calda e quella caldissima. A parte la leggerezza necessaria sotto l’ombrellone, dobbiamo fare qualche riflessione su una situazione che diventa sempre più critica e che ognuno dovrebbe continuare per conto proprio. Oltre ad osservare atterriti i ghiacciai che franano, il punto resta cosa possiamo fare, ognuno per la propria parte, per invertire il corso di questa catastrofe annunciata. Se la prossima estate sarà come questa, o peggio, a questa domanda dovremo rispondere. Potremo anche non farlo, ma dovremo essere consapevoli anche della nostra parte di responsabilità per ciò che sta accadendo.