E’ morta in meno di un’ora, in una calda notte di inizio agosto. Tra le 3 e le 4. Un drammatico intervallo in cui si consuma la tragedia Simona Cinà, 20 anni, giocatrice di beach volley originaria di Capaci. Una morte che ha lasciato tutti senza fiato, e che rimane avvolta nel mistero. Com’è morta annegata, in una piscina, una ragazza così giovane e sportiva?
Com’è morta Simona Cinà
La ragazza si trovava a Bagheria, in una villa con piscina in via Sant’Isidoro 20, per partecipare a una festa di laurea organizzata da un amico pallavolista.
Sembra che la giovane sia finita in acqua e per motivi da accertare sia annegata. Ad accorgersi del fatto, e ad avvertire il 118, sarebbero stati alcuni partecipanti ma i tentativi di rianimarla da parte del personale medico e sanitario intervenuto sul posto sono stati vani.
I graffi
Secondo i primi accertamenti, Simona aveva dei graffi sul petto, un particolare che potrebbe aprire a scenari diversi dall’incidente, ma che potrebbero essere compatibili con i tentativi di rianimarla. Inoltre, l’ipotesi che sia caduta nella piscina di spalle non convince: potrebbe voler dire che in quel momento stava parlando con qualcuno, ma nessuno lo conferma.
La piscina ha un fondale molto basso e questo renderebbe difficile pensare a un annegamento accidentale.
Chi era Simona Cinà
“Simona Cinà era una ragazza solare – ha detto Paolo Di Maggio presidente Acds Capacense Volley – amava la pallavolo. Ha giocato nella nostra società fino allo scorso anno. Per lei la pallavolo era tutto. Ha insegnato anche a tanti bambini. Siamo distrutti per la notizia. Si è fermata lo scorso anno perché doveva fare un anno di Erasmus in Spagna andando anche a trovare il fratello – aggiunge il presidente – la ricordiamo con tanto affetto. Era una giovane assennata che amava lo sport e si impegnava molto. Partecipava anche a diversi tornei di beach volley in estate. Una grande perdita”.

