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Simona Cinà, la famiglia incontra i carabinieri. Il fratello: “Speriamo di avere risposte dall’autopsia”

Simona Cinà, la famiglia incontra i carabinieri. Il fratello: “Speriamo di avere risposte dall’autopsia”

La famiglia ringrazia i carabinieri per il supporto della magistratura in un momento così delicato e rimane in attesa dell’autopsia.

In attesa dell’autopsia, la famiglia di Simona Cinà – la studentessa e pallavolista morta nella notte tra venerdì e sabato a una festa in piscina a Bagheria (PA) – ha incontrato i carabinieri per fornire elementi potenzialmente utili alle indagini.

A indagare sul caso è la Procura di Termini Imerese, che ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di reato di omicidio colposo a carico di ignoti prima di procedere con una serie di esami volti a chiarire la dinamica della tragedia. Ieri sono stati effettuati gli esami radiologici, giovedì si attende l’autopsia.

Simona Cinà, l’incontro della famiglia con i carabinieri

“Ringraziamo i carabinieri e la procura per l’incontro di oggi che è stato utile. Speriamo di avere delle risposte dall’autopsia che sarà presto e principalmente aspettiamo. Ci ha rasserenato in questo momento ed è stato utile sapere che c’è il supporto della magistratura, della giustizia e nostro. Questo ci aiuta”. Sono le parole del fratello di Simona Cinà, Gabriele, e della cugina Gabriella uscendo dalla caserma dei carabinieri di Bagheria.

“Ragazza studiosa e sportiva”

All’Adnkronos la cugina di Simona Cinà ricorda la parente come una giovane piena di vita, appassionata di sport e anche molto studiosa: “Simona era una ragazza splendida, mi dava tanta serenità e adesso un po’ di serenità mi è stata tolta – commenta -. Parlavamo spesso di pallavolo perché anch’io giocavo, degli studi… era una ragazza molto studiosa”.

“Mia sorella Simona non si drogava, curava molto il suo corpo. Teneva molto alla dieta e non beveva, e se lo faceva beveva solo raramente”, aveva dichiarato pochi giorni fa la sorella gemella di Simona, incredula di fronte all’ipotesi del malore fatale.

I dubbi

L’autopsia sul corpo di Simona Cinà servirà a chiarire le cause del decesso. Al momento gli inquirenti non escludono ipotesi, comprese quelle del malore improvviso e di un terribile incidente. Negli scorsi giorni, la Procura di Termini Imerese ha smentito alcune informazioni false circolanti dopo il decesso della giovane. Gli inquirenti specificano che gli abiti della 20enne, inizialmente non ritrovati dai familiari, erano stati posti sotto sequestro per le dovute indagini.

Smentita anche la notizia secondo la quale i carabinieri non avrebbero trovato tracce di alcolici nel luogo dove si era svolta la festa. “Allo stato non vi sono elementi in ragione dei quali ipotizzare che taluno abbia alterato la zona dove sono accaduti i fatti, facendo scomparire oggetti: anche tale circostanza in ogni caso sarà oggetto di ulteriori approfondimenti”, si legge nella nota della Procura.

E ancora, due ragazzi avrebbero tentato di soccorrere Simona Cinà, praticando “manovre di rianimazione salvavita in attesa dell’arrivo dei soccorritori”.

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