ROMA – “L’impegno spasmodico messo in campo nei mesi della pandemia non ha fatto altro che confermare l’estrema delicatezza e propensione della nostra quotidiana attività professionale, a generare una forte usura. Speravamo che l’emergenza sanitaria avrebbe anche abbattuto, una volta per tutte, il muro dell’indifferenza di una classe politica che non smette di voltarci le spalle. E lo fa nei momenti decisivi, nei frangenti cruciali, costringendo i professionisti della sanità, legittimamente, ad “alzare la voce”, per ribadire quelle istanze legate al riconoscimento delle prerogative legate alla rischiosa e sfibrante attività che svolgono”.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up. A sollecitare le reazioni del Sindacato che difende gli infermieri, sono state proprio le attività della Commissione istituzionale sui lavori gravosi, che ha individuato 203 nuove mansioni per le quali potrebbero aprirsi le porte dell’Ape sociale nel 2022.
“Il problema è che gli infermieri, con il Decreto Min. Lavoro del 5 febbraio 2018, sono stati riconosciuti nell’elenco dei lavori gravosi, ma non in quelli usuranti”, dice il leader.
“E la qualità, la tipologia le peculiarità del servizio infermieristico ed il carattere stressogeno dell’attività svolta, quanto contano”, si chiede De Palma?