MESSINA – Momento decisivo per l’esecutivo guidato dal sindaco Federico Basile che subirà modifiche nella sua composizione, con la supervisione del leader Cateno De Luca.
Cambiamenti si ipotizzano anche ai vertici di qualche partecipata, e per questo il dibattito sulla relazione del secondo anno di Amministrazione approdata in Aula riveste un particolare rilievo politico. Una seduta straordinaria di Consiglio, che non prevede nessuna votazione finale e che non ha riservato grandi sorprese e neppure ha regalato approfondite analisi politiche sull’azione amministrativa e su quelle 435 pagine che Basile sollecita i consiglieri di “consultare prima di fare dichiarazioni pubbliche o intervenire in aula su questioni le cui risposte sono già presenti in quelle pagine”.
Lo scrive nella sua pagina social dopo il dibattito a cui ha assistito per 4 ore insieme ai suoi assessori. “La nostra visione strategica per Messina – ha dichiarato Basile – è evidente in ogni progetto presentato e finanziato, in ogni intervento eseguito. Sono certo che la città saprà distinguere tra polemiche sterili di una certa politica, che quando ne ha avuto occasione non ha fatto nulla per Messina, e il lavoro che abbiamo svolto e che continueremo a svolgere”. Messe in evidenza le criticità, l’opposizione non boccia completamente il lavoro messo in atto, anche se ad intervenire sono solo i componenti dei gruppi di Pd e FdI, e non quelli della Lega. I consiglieri di maggioranza hanno elogiato l’attività amministrativa, elencando le stesse cose su cui si era soffermato Basile la scorsa settimana durante la sua presentazione.
Per Francesco Cipolla, Messina è una città in ripresa, plaude l’assestamento dei bilanci e poi riserva un passaggio per ciascuno degli assessori. “Messina era sull’orlo del baratro e dopo questo lavoro – ha detto – governeremo la città per altri 10 anni”. Nicoletta D’Angelo ha parlato di azione innovativa. Pippo Trischitta ha descritto una Messina “che ha avuto un netto miglioramento. Non mi vergogno più – ha detto il capogruppo – di alcuni angoli di Messina. E mi domando quale città ha ridotto del 30% la Tari. A chi dice che molte cose non sono state ancora fatte, rispondo che quello che manca sarà realizzato nei prossimi tre anni”. Ha fatto poi dei paralleli con le Amministrazioni passate, con città a guida Pd, scontrandosi con i colleghi del partito democratico.
Libero Gioveni FdI, che alla fine dà la sufficienza, comincia criticando l’atteggiamento del sindaco sul Ponte. “Il suo “Ni” all’opera – ha dichiarato – appare una posizione diversa rispetto al programma originale”.
Su Casa Serena chiede quali siano i tempi, dopo che da un anno e mezzo gli anziani sono stati trasferiti in sedi temporanee, e chiede poi perché nella relazione non ci sia nulla sulla reintroduzione dell’ecopass. Solleva dubbi su “Foresta Me” specie al centro. Tra gli assessori promuove Cicala per la riduzione della Tari, ma non Currò per il decentramento non realizzato. Gioveni critica il Pums e l’Amam, ma fa un plauso a Messina Servizi e Messina Social City. Più severo il collega Dario Carbone che stigmatizza alcune inadempienze. Duro il giudizio dei Dem, ma con sfumature di apprezzamento.
Il consigliere Alessandro Russo ha evidenziato la necessità di una maggiore trasparenza nel campo delle partecipate, che si sono rafforzate sempre di più, sfuggendo a volte anche al controllo degli assessori. Il suo è stato un intervento più politico, accennando all’inizio anche al possibile rimpasto, (per lui non andrebbe fatto) criticando quello che si sta profilando, e cioè una sostituzione “non dettata dal giudizio sui risultati raggiunti dagli assessori, ma da esigenze politiche, per ragionamenti estranei all’Amministrazione comunale di Messina interni alla maggioranza di governo della città, non si possono sostituire assessori perché non sono comodi in un quadro di equilibrio politico”.
Russo sottolinea anche le deboli politiche per la cultura che “non si possono limitare ai concerti, qual è la funzione della Fondazione Messina per la cultura e perché non si sono ancora presentati i 100 mila euro per il Vittorio Emanuele, sarebbe un segnale di attenzione..” Fa meno sconti al sindaco Felice Calabrò, capogruppo Pd. “Si deve dire, come vuole la legge, a che stato è l’attuazione del programma rispetto a fatti e non c’è in una relazione dove manca anche una visione di città di largo respiro”. Calabrò rileva anche la debole gestione politica dell’emergenza acqua, la disorganizzazione nelle assunzioni e la fragilità dell’intera macchina comunale, ma salva il resoconto programmatico fatto dal vicesindaco Salvatore Mondello.