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Sindaco Trapani, “Cave costrette a regalare scarti lavorazione”

Il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida e l’assessore ai Lavori pubblici Dario Safina affermano che nel settore dei lavori edili e portuali “sembra si stia mettendo in atto una dura speculazione a danno delle imprese del settore marmifero, con gravi conseguenze anche ambientali. Dalle notizie acquisite risulterebbe che le imprese siano, di fatto, costrette a cedere i sottoprodotti di lavorazione gratuitamente e in alcuni casi a pagare per consegnarli, in quanto trarrebbero vantaggio dalla liberazione dell’area di cava”.
I due amministratori spiegano che “ciò non appare congruo, se rispondente al vero, tenuto conto che l’art. 58 del Piano paesaggistico – ambito 1 – dispone che non è possibile aprire nuove cave di inerti, dovendosi utilizzare per la produzione di tale materiale lo scarto dell’attività estrattiva delle cave di pietra, avente le caratteristiche di sottoprodotto e il cui mancato utilizzo lo trasformerebbe in rifiuto. E’ evidente che le imprese del settore edile e portuale hanno necessariamente bisogno di questo materiale, con l’ovvia conseguenza che senza di esso non potrebbero eseguire i lavori. Se da un lato le imprese marmifere possono avere l’esigenza di liberare la cava, dall’altro è palese che senza il materiale da loro prodotto non esisterebbe l’attività edile”.
“Ne consegue,- concludono – che un prezzo debba pagarsi, non potendosi costringere le imprese del marmo – già colpite da una pesante crisi del settore – a rinunciare al notevole valore del loro sottoprodotto. Peraltro, dalla presunta speculazione in atto può derivare un grave danno ambientale: il mancato utilizzo del materiale di scarto lo trasformerebbe in rifiuto, con la necessità di trasportarlo in discarica, costringendo a un ulteriore utilizzo del suolo, poiché dovrebbero aprirsi nuove cave di inerti”.