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Lettera alla sinistra catanese: ripartire da 4 punti, le proposte per “La traversata del deserto”

Ricominciare da zero, senza aspettare la prossima tornata elettorale. Al fronte progressista catanese, uscito a pezzi dalle Amministrative, arriva un messaggio forte e una proposta di ricostruzione in quattro punti da parte di un gruppo di professionisti, insegnanti, docenti universitari, avvocati, impegnati nella società civile e che, nei mesi precedenti alle elezioni, hanno coordinato e animato i tavoli programmatici del candidato Maurizio Caserta.

Adesso, dopo aver fatto un’analisi a freddo della debacle elettorale, si rivolgono con un documento dal titolo “Catania in alto a sinistra” alle forze politiche che condividono il programma partecipato “Catania Libera Catania”. Indicano una possibile strada da seguire a cominciare da un punto: l’apertura di sedi fisiche, chiamate case dei diritti, nei quartieri più degradati della città, “un’alternativa concreta al meccanismo tentacolare dei CAF e dell’intermediazione malata di diritti venduti e barattati”.

Il fronte progressista catanese: “La sinistra non esiste più o quasi”

“Oggi – scrivono – in alcuni quartieri la sinistra non esiste più o quasi. A poco o nulla sono valsi ampliamenti dell’ultima ora di una coalizione che si era costruita attorno ad un processo programmatico partecipato e costruito dal basso”. Nel mirino, già nella prima fase della campagna elettorale, erano finite le alleanze strette da Caserta con Enzo Bianco, incandidabile causa della condanna della Corte dei conti per il dissesto del Comune di Catania, e con Riccardo Tomasello, ex presidente del comitato dei festeggiamenti di Sant’Agata. Il risultato? Il più alto tasso di astensione tra i grandi capoluoghi.

La ripartenza dopo il “flop” delle elezioni

“Ormai vota un elettore su due – si legge nella lettera aperta – In questo quadro, il voto libero e d’opinione si dilegua, mentre il consenso è ormai blindato attorno a ‘signori dei voti’ e gruppi consolidati: la corsa al seggio consiliare è diventato da tempo una gara al posizionamento di interessi spesso esterni, con un ruolo delle mafie – inutile nasconderlo – sempre significativo e inquietante”.

Da dove ripartire? “La traversata nel deserto” è segnata da quattro punti. Il primo è il ritorno della sinistra nei territori. “Vanno aperte nei quartieri, se necessario con forme di autofinanziamento, delle case dei diritti, in cui le forze progressiste interagiscano e operino in comune con associazioni e gruppi di cittadinanza attiva”. Qui scatta la contrapposizione ai Caf, i veri protagonisti dell’ultima campagna elettorale. Diversi consiglieri eletti sono titolari di Caf e hanno fatto campagna elettorale nei loro centri di assistenza.

Il secondo punto invita a costruire “un coordinamento dei consiglieri d’opposizione che operi in modo sintonico e lanci alla società di civile campagne di proposta e denuncia intorno alle devastanti crisi sociali, ambientali e morali di una città che ha un’emorragia costante di abitanti e di vivibilità”. A cominciare dal tema dei rifiuti, che nuovamente a ridosso dell’estate rischiano di sommergere la città. Terzo: fare ripartire tavoli programmatici che si sono occupati del programma di Caserta, “anche con funzione di controllo sull’attività dell’attuale amministrazione, coinvolgendo attivamente e lealmente associazionismo, realtà sindacali, cittadinanza attiva, settori delle professioni e del sapere, mondi giovanili”. Infine fare pressing sul neo sindaco Enrico Trantino rispetto alla “contraddizione insanabile sulla quale si è insediato, tra la dichiarazione di rispetto della legalità e gli appetiti, evidenti e insaziabili, della maggioranza che lo ha espresso e che già litiga su posti e nomine”.

Sono venti le firme che sottoscrivono la proposta di roadmap per la sinistra catanese: i docenti universitari Attilio Scuderi, Paolo Castorina, Ernesto De Cristofaro, Guido Nicolosi; il presidente dell’Associazione antiestorsione di Catania Nicola Grassi; l’avvocata Adriana Laudani; gli architetti Aurelio Cantone e Tony Fede; l’ex assessore comunale Paolino Maniscalco; il presidente del consiglio della chiesa valdese di Catania Ernesto Barnobi; il ginecologo Nino Guglielmino, e ancora Claudio Colletti, Angelica Faro, Franco Faro, Antonella Inserra, Giovanni Messina, Pasquale Nania, Achille Parisi e Salvo Pelligra. Il gruppo, nell’ottica di allargare il confronto, invita chi volesse aderire alla lettera a scrivere a: postmaster@cataniainaltoasinistra.it.