Sinistra catanese e flop elezioni, la lettera aperta per ripartire - QdS

Lettera alla sinistra catanese: ripartire da 4 punti, le proposte per “La traversata del deserto”

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Lettera alla sinistra catanese: ripartire da 4 punti, le proposte per “La traversata del deserto”

Salvo Catalano  |
giovedì 15 Giugno 2023

“Case dei diritti nei quartieri in alternativa ai Caf”: è questo uno dei quattro punti per dare nuova linfa vitale al fronte progressista etneo dopo i deludenti risultati delle elezioni.

Ricominciare da zero, senza aspettare la prossima tornata elettorale. Al fronte progressista catanese, uscito a pezzi dalle Amministrative, arriva un messaggio forte e una proposta di ricostruzione in quattro punti da parte di un gruppo di professionisti, insegnanti, docenti universitari, avvocati, impegnati nella società civile e che, nei mesi precedenti alle elezioni, hanno coordinato e animato i tavoli programmatici del candidato Maurizio Caserta.

Adesso, dopo aver fatto un’analisi a freddo della debacle elettorale, si rivolgono con un documento dal titolo “Catania in alto a sinistra” alle forze politiche che condividono il programma partecipato “Catania Libera Catania”. Indicano una possibile strada da seguire a cominciare da un punto: l’apertura di sedi fisiche, chiamate case dei diritti, nei quartieri più degradati della città, “un’alternativa concreta al meccanismo tentacolare dei CAF e dell’intermediazione malata di diritti venduti e barattati”.

Il fronte progressista catanese: “La sinistra non esiste più o quasi”

“Oggi – scrivono – in alcuni quartieri la sinistra non esiste più o quasi. A poco o nulla sono valsi ampliamenti dell’ultima ora di una coalizione che si era costruita attorno ad un processo programmatico partecipato e costruito dal basso”. Nel mirino, già nella prima fase della campagna elettorale, erano finite le alleanze strette da Caserta con Enzo Bianco, incandidabile a causa della condanna della Corte dei conti per il dissesto del Comune di Catania, e con Riccardo Tomasello, ex presidente del comitato dei festeggiamenti di Sant’Agata. Il risultato? Il più alto tasso di astensione tra i grandi capoluoghi.

La ripartenza dopo il “flop” delle elezioni

“Ormai vota un elettore su due – si legge nella lettera aperta – In questo quadro, il voto libero e d’opinione si dilegua, mentre il consenso è ormai blindato attorno a ‘signori dei voti’ e gruppi consolidati: la corsa al seggio consiliare è diventato da tempo una gara al posizionamento di interessi spesso esterni, con un ruolo delle mafie – inutile nasconderlo – sempre significativo e inquietante”.

Da dove ripartire? “La traversata nel deserto” è segnata da quattro punti. Il primo è il ritorno della sinistra nei territori. “Vanno aperte nei quartieri, se necessario con forme di autofinanziamento, delle case dei diritti, in cui le forze progressiste interagiscano e operino in comune con associazioni e gruppi di cittadinanza attiva”. Qui scatta la contrapposizione ai Caf, i veri protagonisti dell’ultima campagna elettorale. Diversi consiglieri eletti sono titolari di Caf e hanno fatto campagna elettorale nei loro centri di assistenza.

Il secondo punto invita a costruire “un coordinamento dei consiglieri d’opposizione che operi in modo sintonico e lanci alla società di civile campagne di proposta e denuncia intorno alle devastanti crisi sociali, ambientali e morali di una città che ha un’emorragia costante di abitanti e di vivibilità”. A cominciare dal tema dei rifiuti, che nuovamente a ridosso dell’estate rischiano di sommergere la città. Terzo: fare ripartire tavoli programmatici che si sono occupati del programma di Caserta, “anche con funzione di controllo sull’attività dell’attuale amministrazione, coinvolgendo attivamente e lealmente associazionismo, realtà sindacali, cittadinanza attiva, settori delle professioni e del sapere, mondi giovanili”. Infine fare pressing sul neo sindaco Enrico Trantino rispetto alla “contraddizione insanabile sulla quale si è insediato, tra la dichiarazione di rispetto della legalità e gli appetiti, evidenti e insaziabili, della maggioranza che lo ha espresso e che già litiga su posti e nomine”.

Sono venti le firme che sottoscrivono la proposta di roadmap per la sinistra catanese: i docenti universitari Attilio Scuderi, Paolo Castorina, Ernesto De Cristofaro, Guido Nicolosi; il presidente dell’Associazione antiestorsione di Catania Nicola Grassi; l’avvocata Adriana Laudani; gli architetti Aurelio Cantone e Tony Fede; l’ex assessore comunale Paolino Maniscalco; il presidente del consiglio della chiesa valdese di Catania Ernesto Barnobi; il ginecologo Nino Guglielmino, e ancora Claudio Colletti, Angelica Faro, Franco Faro, Antonella Inserra, Giovanni Messina, Pasquale Nania, Achille Parisi e Salvo Pelligra. Il gruppo, nell’ottica di allargare il confronto, invita chi volesse aderire alla lettera a scrivere a: postmaster@cataniainaltoasinistra.it.

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