Le strategie della città presentate dal sindaco Italia
Sull’argomento abbiamo intervistato il sindaco di Siracusa, Francesco Italia e l’assessore comunale al ramo, Fabio Granata.
Per cominciare, la parola al primo cittadino.
Quali strategie state adottando per raggiungere l’obiettivo della nomina a Capitale italiana della Cultura per il 2024?
“Stiamo tentando innanzi tutto di arrivare ad un ulteriore traguardo rispetto a quello già raggiunto che era di arrivare in finale. La strategia è costituita dal dossier che abbiamo presentato grazie ad un lavoro e ad un impegno assiduo e costante dell’assessore Granata, insieme ad un Comitato scientifico di altissimo profilo, a larga parte delle istituzioni della città, insieme ai cittadini, alle associazioni e ai soggetti rappresentativi.

L’idea che stiamo portando avanti per la nostra candidatura, è quella di non basarci solo sulla stratificazione storico-culturale della nostra città, che in Italia è pari solo a quella di Roma, e quindi sul patrimonio archeologico, architettonico e culturale in generale, ma di interpretare questa candidatura come un lavoro di nuova consapevolezza di una città che, sulle basi di questo enorme ed importantissimo patrimonio, vuole rigenerarsi per affrontare le sfide del nostro presente e futuro, che riguardano la transizione digitale, climatica ed energetica.
Ecco perché “città di acqua e di luce”, perché, a partire da quello che animò i greci a scegliere Siracusa, ovvero la presenza dell’acqua, attraverso la consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo, possiamo presentare alla Commissione, non una città che vuole fare solo un racconto di ciò che è stato, ma che vuole costruire un racconto nuovo e produrre cultura, non solo consumarla e consumare ciò che la cultura ha prodotto nel nostro passato”.
Quali sarebbero, per Siracusa, i vantaggi di un’eventuale nomina a Capitale italiana della cultura?
“Intanto ritengo che il patrimonio vero che ci lascerà questa esperienza, al di là di un’eventuale nomina, è quello di avere messo insieme un dossier con un programma di eventi culturali, molti dei quali proveremo a realizzare indipendentemente dalla nomina, proprio perché questa candidatura ha costituito anche l’avvio di una modalità di partecipazione molto importante e trasversale.
Siracusa, ahimè, è una città che per motivi di bassa politica si divide su tutto e l’idea di essere riusciti a mettere insieme trasversalmente tanti pezzi importanti di città è già una vittoria ma soprattutto ci ha consentito di immaginare un calendario di eventi e di iniziative che certamente realizzeremo, come il fatto che parliamo di rigenerazione della città e di consapevolezza di dover rigenerarla. Infatti, posso dire con grande soddisfazione che, proprio all’interno di alcuni dei bandi già finanziati a valere sul Pnrr, abbiamo ipotizzato e già ottenuto come finanziamento, anche la riqualificazione di intere aree a verde che sono anche aree archeologiche sconosciute ai più.
Quindi, al di là di un’eventuale nomina a Capitale italiana della cultura, che sarebbe importantissima sia per la visibilità che per la quota di attenzioni di finanziamenti pubblici e privati che determina, c’è sicuramente un tema legato a quello che comunque faremo, ovvero un processo di rigenerazione complessiva della città, a partire dalle sue periferie, che è già in atto e certamente non si fermerà ma potrebbe avere e vedere in Capitale della Cultura, un ulteriore slancio e riconoscimento”.
Teme che l’emergenza sanitaria possa crearvi dei problemi?
“Intanto devo dire che sono un po’ dispiaciuto per non potere presentare questo dossier di candidatura in presenza e di doverlo raccontare online; non sarà la stessa cosa ma, siccome parliamo del 2024, pensare che per quella data il covid sia ancora tra noi è uno scenario a cui non voglio nemmeno pensare e spero di poterlo escludere”. L’assessore alla Cultura Fabio Granata anticipa le iniziative che saranno prese nei prossimi mesi. CONTINUA LA LETTURA

