Siracusa, democrazia partecipata, tutto da rifare: si rivoterà - QdS

Siracusa, democrazia partecipata, tutto da rifare: si rivoterà

Luigi Solarino

Siracusa, democrazia partecipata, tutto da rifare: si rivoterà

sabato 14 Settembre 2024

La precedente consultazione popolare per decidere i progetti da finanziare a Siracusa verrà ripetuta per alcune anomalie. I proponenti: “Sforzi mortificati, si remunerino tutte le proposte”

SIRACUSA – Sarà ripetuta la votazione popolare per decidere quali progetti saranno finanziati nel 2024 con il programma di Democrazia Partecipata. La decisione si è resa necessaria dopo che la società incaricata delle consultazioni on-line, a una richiesta di delucidazioni da parte degli uffici sulle operazioni di voto, ha comunicato con una nota che, a seguito di successivi controlli, erano state rilevate anomalie nei dati anagrafici di alcune persone che non avrebbero avuto diritto di voto.

Definendo irregolare la procedura, la società ha invitato l’Amministrazione comunale a ripetere la consultazione popolare. I soggetti proponenti i progetti partecipanti alla Democrazia partecipata 2024, Giuseppe Laurettini, Irene Caristia, Francesco Lantieri, Lucia Aliffi, Alessandro Di Silvestro, Renata Giunta, Luciano Arena, Giovanni Angelo Catalano, Salvatore Russo e Sebastiano Camilli, hanno inviato una nota all’Amministrazione comunale.

“I fatti recenti sul sistema di democrazia partecipata nella città di Siracusa hanno gettato discredito su un percorso, a nostro parere virtuoso, che prende piede ormai dal 2019 – si legge nella nota -. La democrazia partecipata muove ogni anno un importo economico risibile eppure ha saputo chiamare alla mobilitazione, nelle sue 5 edizioni, pezzi diversi di società che attraverso un sistema competitivo decidono l’impiego dei fondi pubblici. Quello che ci sta a cuore non è tanto l’esito del percorso, ovvero i progetti vincitori che troveranno copertura finanziaria per la loro realizzazione, quanto piuttosto il percorso in sé”.

“Ciò che è accaduto quest’anno mortifica gli sforzi di tutti: dell’amministrazione che impiega risorse umane ed economiche, dei proponenti che hanno speso tempo ed energie per formulare proposte quanto più complete ed esaustive, dei votanti che ambiscono a politiche pubbliche sempre più trasparenti e partecipate. Intendiamo comunicare il nostro disappunto, quali associazioni e cittadini proponenti, per le decisioni assunte dall’amministrazione”, proseguono i proponenti.

“E precisamente – proseguono -, contestiamo il ricorso ad una seconda votazione che nessuno di noi intende promuovere pubblicamente e, a maggior ragione, una seconda votazione ove il primo progetto classificato è escluso dalla partecipazione. In tal caso, infatti, ci potrebbero essere casi di cittadini che potrebbero esprimere validamente il proprio voto per due volte, la prima a favore del primo aggiudicatario; la seconda nella nuova votazione falsando di fatto la parità di trattamento tra i contendenti. Riteniamo inoltre urgente rendere pubblica la somma totale dei trasferimenti regionali degli ultimi anni cui è, appunto, collegata la commisurazione dell’importo messo a bando”.

“Il vulnus al clima comunitario che la questione ha generato è così ampio che riteniamo opportuno che per quest’anno l’amministrazione, Giunta e Consiglio, prendano in considerazione l’opportunità di finanziare tutte e 14 le proposte progettuali rintracciando i fondi nel bilancio comunale – concludono i proponenti -. È arrivato il momento di fare squadra tra cittadini, società civile e amministrazione per muovere una proposta di qualità per una legge regionale sulla democrazia partecipata e, più in generale, sugli strumenti di programmazione economica con metodo partecipati che fughi ogni dubbio sulle modalità di applicazione pratica.

“Presentiamo questa proposta compatti, cittadini e associazioni con la richiesta esplicita di indire una pubblica assemblea per discutere insieme della nuova proposta di regolamento, prima che questa venga sottoposta al voto del Consiglio comunale, discussione che potrebbe precedere la formulazione di una proposta da estendere a livello regionale. Al momento la pezza è peggiore del danno. Confidando nell’avvio rapido di una interlocuzione collegiale e aperta”.

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