In provincia di Siracusa 5mila imprese a rischio chiusura - QdS

In provincia di Siracusa 5mila imprese a rischio chiusura

In provincia di Siracusa 5mila imprese a rischio chiusura

martedì 17 Gennaio 2023

A lanciare l’allarme, Confartigianato: “Il 2022 è stato un anno difficile, tra guerra e caro-energia”. L’inflazione è alle stelle e si rischiano di perdere più di 13mila posti di lavoro

SIRACUSA – “In provincia di Siracusa sono a rischio chiusura circa 5.000 imprese con oltre 13.000 addetti”.

L’allarme viene lanciato dal presidente di Confartigianato Imprese Siracusa, Daniele La Porta, che dichiara: “Il 2022 è stato un anno particolarmente difficile per le piccole e medie imprese ed i cittadini in Sicilia, ma soprattutto nella nostra provincia: guerra Russo-Ucraina, caro energia, caro materie prime, blocco del mercato delle cessioni dei crediti delle imprese nel settore dell’edilizia, aumento del costo degli interessi passivi su finanziamenti e mutui e, non ultima, l’opprimente burocrazia, hanno innescato la cosiddetta “tempesta perfetta” dalla quale, per molte imprese, sarà difficile uscire”.

“Nonostante i tanti fattori negativi – aggiunge La Porta – la provincia di Siracusa ha fatto comunque registrare nel 2022 un lieve aumento del valore aggiunto (PIL) rispetto al periodo pre-crisi (2019) che l’Osservatorio delle Micro e Piccole Imprese di Confartigianato Sicilia ha quantificato in un +1,10%, incremento trainato soprattutto dal settore delle costruzioni che da solo ha totalizzato un +33,60% a livello di incidenza sulla crescita totale”.

La provincia di Siracusa si colloca tra le province che hanno fatto registrare il maggior incremento dei prezzi con un tasso dell’inflazione del 13,6%, un dato in gran parte determinato dal caro-bollette che nella nostra provincia ha determinato un incremento della spesa per energia (rispetto al 2021) del 135,6% con un maggior costo sostenuto dalle imprese di circa 104 milioni di euro. Altro elemento di preoccupazione è il repentino aumento dei tassi di interesse sui finanziamenti che, a seguito dell’aumento dei tassi operato dalla Banca Centrale Europea, ha determinato per le micro e piccole imprese siciliane un valore medio dei tassi di interessi passivi pari all’8,33%, dato che risulta sostanzialmente uguale anche nella provincia di Siracusa.

“Tra le sempre presenti barriere che ostacolano la crescita delle piccole e medie imprese siciliane, si registra ancora una volta l’opprimente peso della burocrazia. Per superare le criticità e rilanciare il tessuto imprenditoriale, abbiamo elaborato una serie di proposte che sono state consegnate sia alla neo eletta Presidente del Consiglio dei Ministri che al Presidente della Regione Siciliana – ha detto il segretario provinciale di Confartigianato Imprese Siracusa, Enzo Caschetto, – e tra le richieste prioritarie di Confartigianato alla politica, il tema del caro-energia è senz’altro il più urgente da affrontare”.

Per arginare il drammatico fenomeno del caro-bollette, si è chiesto al governo nazionale di proseguire nelle azioni volte alla fissazione di un “cap europeo” al prezzo del gas. È necessario intervenire per stabilizzare le detrazioni fiscali concesse per la riqualificazione energetica degli edifici a destinazione residenziale e produttiva. Sul versante del fisco, Confartigianato ritiene indispensabile ridurre progressivamente la pressione fiscale e semplificare il sistema tributario per rendere più competitivo il Paese, Indifferibile una riforma radicale dell’apparato burocratico del paese con interventi che mirino a digitalizzare il rapporto e l’interoperabilità delle banche dati pubbliche.

“Su questi e altri temi, Confartigianato imprese Siracusa intende proseguire nel confronto da tempo avviato a tutti i livelli – concludono La Porta e Caschetto – nella convinzione che dal confronto nascono le soluzioni alle numerose problematiche che attanagliano i nostri piccoli e medi imprenditori”.

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