Per il direttore: "con l'aiuto del calo dei contagi e dell'arrivo di visitatori extranazionali e di scolaresche italiane, saremo ben presto in grado di ritornare ai numeri ante-pandemia"
Pandemia, crisi turistica da risolvere in tempi rapidi e indolori, paure di contagio da contrastare, ripresa dell’afflusso a parchi archeologici e musei: questa la “sfida” dell’estate 2021 contrassegnata dalla zona bianca, questo l’impegno profuso dal Parco Archeologico e paesaggistico di Siracusa, comprendente una vasta area con importanti reperti culturali come il teatro greco, l’anfiteatro romano, le latomie, l’orecchio di Dionisio, l’ara di Ierone, il museo archeologico Paolo Orsi, quest’ultimo aperto al pubblico dal 1982, e uno dei musei più grandi dell’Italia meridionale.
A capo di questa imponente struttura artistica, l’architetto Carlo Staffile, Direttore del Parco archeologico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, promotore di numerose iniziative culturali atte a incrementare la permanenza nelle diverse aree archeologiche in special modo nel periodo estivo 2021.
Direttore Staffile, può indicarci le problematiche scatenate dalla pandemia in relazione al numero dei visitatori per quanto riguarda il Museo Paolo Orsi da lei diretto?
“Innanzitutto mi preme sottolineare come gli afflussi al museo Regionale Paolo Orsi si siano molto ridotti, siamo infatti passati da un numero di 500 visitatori a Luglio 2021 a un numero di circa 200 in questo mese corrente -apre Staffile -. Dobbiamo però anche dire che il Museo Paolo Orsi è da considerarsi un Museo specialistico per cultori di materie come la numismatica, di cui esiste una sezione ricca di monete commemorative”.
Riguardo invece all’area archeologica comprendente il teatro greco, la situazione è differente?
“Si, ammetto che il rapporto
tra area archeologica Neapolis e museo in quanto ad afflusso è pari a 1 su 10,
infatti a Luglio 2019 i visitatori dell’area archeologica della Neapolis sono
stati pari a 5000 unità, e a 2000 a Luglio 2021, soprattutto perché si tratta
di aree aperte, dove la paura del contagio è relativa. In questa area abbiamo
apportato notevoli innovazioni, per favorire il turismo, come l’apertura della
latomia dell’Intagliatella, chiusa da 60 anni e della grotta dei corsari,
chiusa da 40 anni”.
Quali strategie di ripresa pensate di adottare nello specifico per agevolare la ripresa del museo archeologico regionale Paolo Orsi?
“Premettendo che noto una paura diffusa tra la gente, che non sembra avere più voglia di uscire in seguito alla pandemia – chiarisce Staffile – il Museo pone problematiche particolari in quanto area chiusa.
Un maggior afflusso sarebbe dato dal nostro progetto di avviare la sala conferenze esterna al Museo con lectio magistralis su temi come la preistoria, nonché di valorizzare il giardino storico del Museo, come momento aggregativo, attraverso l’apertura di un bar.
Con l’aiuto del calo dei contagi e dell’arrivo di visitatori extranazionali e di scolaresche a livello nazionale, a mio avviso, saremo ben presto in grado di ritornare ai numeri ante-pandemia.
Spero intanto di rimanere in zona bianca almeno fino a metà Settembre, anche perché le rappresentazioni teatrali greche al teatro di Siracusa terminano verso le 23, e retrocedere in zona gialla, con un coprifuoco definito, costituirebbe un grave disagio per visitatori, attori e gestori dei servizi turistici”.
Angela Ganci