Sisma Santo Stefano, ecco la mappa dei rischi - QdS

Sisma Santo Stefano, ecco la mappa dei rischi

redazione

Sisma Santo Stefano, ecco la mappa dei rischi

giovedì 11 Marzo 2021

Team di ricercatori Ingv evidenzia i dissesti che costituiscono un pericolo per la ricostruzione. Il commissario Scalia: “Lavoro fondamentale che ci consentirà di ricostruire in sicurezza”

ROMA – È online, sul sito web del Commissario straordinario per la ricostruzione dell’area etnea colpita dal terremoto del 26 dicembre del 2018, la Mappa WebGis delle Aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico nei territori colpiti dal sisma, realizzata in sinergia con gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). All’elaborazione di questa mappa e di quella delle microzone omogenee delle faglie attive e capaci già pubblicata nell’agosto del 2020, ha collaborato un team di ricercatori dell’Ingv altamente specializzato nell’elaborazione di mappe statiche e interattive (Web Gis) riguardanti sia le faglie attive sia i dissesti idrogeologici e geomorfologici che interessano il territorio colpito dal sisma.

La Mappa del dissesto idrogeologico, risultato finale del lavoro condotto dal team coordinato da Marco Neri, primo ricercatore dell’Ingv e responsabile scientifico presso la Struttura commissariale, rappresenta l’elemento cartografico che accompagna il “Piano di interventi sulle aree interessate da fenomeni di Dissesto idrogeologico nei territori colpiti dal sisma del 26 dicembre 2018”, volto ad evidenziare i dissesti che costituiscono un pericolo per la ricostruzione dei centri abitati e delle infrastrutture del territorio. All’elaborazione della mappa hanno partecipato anche tecnici dell’Agenzia Invitalia, che collabora nelle attività commissariali inerenti la ricostruzione.

“Si tratta del proseguimento di iniziative tecnico-scientifiche iniziate oltre un anno fa che vedono una collaborazione stretta e sinergica tra l’Ingv e la struttura operativa del commissario straordinario Scalia”, spiega Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv. “Tali attività si inseriscono nel solco dell’affermato impegno dell’Istituto nello studio e nell’approfondimento scientifico per la ricostruzione post-sisma delle aree dell’Etna e del centro Italia”.

“È un lavoro fondamentale sia per la Struttura commissariale che per le popolazioni terremotate etnee”, sottolinea il commissario Salvatore Scalia, “poiché consentirà di ricostruire in sicurezza in un territorio caratterizzato da molteplici problematiche legate tanto all’attività vulcanica e sismica, quanto al dissesto idrogeologico”.

“Infatti, anche se i terreni etnei sono molto permeabili e non consentono lo sviluppo di una rete idrografica accentuata, fenomeni di intensa piovosità concentrati in poche ore possono causare temporanei sovralluvionamenti di alcuni torrenti, strade e nodi viari, producendo instabilità geomorfologica e frane nelle zone più scoscese”, come sottolinea Marco Neri, che precisa “Questi fenomeni devono essere necessariamente considerati con molta attenzione nel corso della progettazione degli interventi di ricostruzione”.

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