C’è una “stretta connessione tra la discussione dell’Accordo Collettivo Nazionale (Acn), che riteniamo anacronistico, i contenuti e le risorse previsti per la sanità dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e la proposta della Conferenza delle Regioni su Pnrr e medicina generale. Per queste ragioni auspichiamo una forte sinergia tra le proposte pubbliche che in campo”.
Lo afferma in una nota il Sindacato Medici Italiani (Smi), che oggi si riunisce in Consiglio Nazionale. Al centro del confronto, anzitutto, le iniziative sindacali affinché “il Governo intervenga per cambiare i contenuti dell’Acn” che è ancora in discussione presso la Sisac (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati).
Per il Smi resta importante anche la discussione sulla Legge di Bilancio 2022, perché “le risorse dello Stato devono rafforzare nell’insieme il Servizio Sanitario Nazionale e il suo carattere pubblico”. Le risorse aggiuntive previste per il Fondo Sanitario Nazionale nella legge di Bilancio dovranno essere utilizzate, secondo il sindacato, “sia per colmare la carenza dei medici, sia a favore dei medici ospedalieri, sia dei medici convenzionati, che in questi anni sono stati molto penalizzati in termini di sicurezza sul lavoro e di retribuzioni”. C’è bisogno, inoltre, “di un intervento efficace per le retribuzioni dei medici della medicina generale che hanno gli stipendi più bassi in Europa”.
Il sindacato annuncia quindi di avere predisposto un emendamento alla Legge di Bilancio “a sostegno della medicina dei servizi, un settore a cui rivolgiamo da tempo le nostre attenzioni e che per le sue caratteristiche può trovare da subito miglioramenti da un intervento legislativo”. Lo Smi ribadisce l’impegno dei medici di medicina generale a tutela della salute dei cittadini sul territorio: “Siamo consapevoli di questa responsabilità; vorremmo che lo fossero anche le parti pubbliche”. (ANSA)