ROMA – Dopo l’Ucraina e la striscia di Gaza, c’è un nuovo conflitto che desta preoccupazione per la tenuta degli equilibri politici internazionali. L’attacco di Israele all’Iran rischia di alimentare le fiamme di una tensione sempre più alta, che non fa presagire nulla di buono per il prossimo futuro e fa temere, in generale, per un’escalation che potrebbe compromettere il futuro globale.
Nella notte tra giovedì e venerdì, l’aviazione israeliana ha effettuato una serie di raid in diverse regioni dell’Iran, colpendo almeno sessanta siti in otto regioni, secondo la Mezzaluna rossa iraniana, con l’obiettivo di prendere di mira il programma nucleare di Teheran, che lo stato ebraico reputa una minaccia per la sua esistenza. L’operazione militare contro l’Iran, ribattezzata “Rising Lion”, durerà “i giorni necessari per eliminare questa minaccia”, ha spiegato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un videomessaggio: “Abbiamo colpito il cuore del programma di arricchimento dell’uranio dell’Iran. Abbiamo colpito il cuore del programma nucleare militare dell’Iran. Abbiamo preso di mira il principale impianto di arricchimento iraniano a Natanz”.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha confermato che questo importante sito, situato nel centro del Paese, circa 300 chilometri a sud di Teheran, è stato preso di mira…

