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I soldi per la depurazione finiranno tutti a Nizza di Sicilia? M5s: “Nessun favoritismo, solo interesse dei siciliani”

I soldi per la depurazione finiranno tutti a Nizza di Sicilia? M5s: “Nessun favoritismo, solo interesse dei siciliani”
depuratore acqua

Si tratta di una storia – ricostruita nelle scorse ore dal Quotidiano di Sicilia – in cui non sono mancati gli imbarazzi, gli equilibrismi, i tira e molla della politica

In un momento in cui le modalità con cui vengono spesi i fondi della Regione sono sotto l’attenzione generale, a partire dalle procure, non si può escludere che qualcuno storcerà il naso davanti alla decisione del governo Schifani su come gestire le risorse che, nella scorsa finanziaria, sono state stanziate nel campo della depurazione.

Si tratta di una storia – ricostruita nelle scorse ore dal Quotidiano di Sicilia – in cui non sono mancati gli imbarazzi, gli equilibrismi, i tira e molla della politica e la necessità imprescindibile di rimanere all’interno del solco normativo.

Nizza c’è, Nizza non c’è

“Apprezzare la proposta di utilizzo delle somme previste dagli articoli 36 e 54 della legge regionale 30 gennaio 2025, n. 3, per il finanziamento di interventi, da realizzarsi presso alcuni dei comuni rivieraschi inseriti nel programma Bandiera Blu, Eco Label Internazionale”.

È questa la decisione presa nei giorni scorsi da Schifani e dai propri assessori in merito alle risorse che a gennaio l’Ars ha inserito nell’ultima legge di stabilità.

L’articolo 36 dispone lo stanziamento di 7 milioni di euro per promuovere “il riuso delle acque di scarico degli insediamenti per scopi agricoli, industriali e civili”, come misura di contrasto della siccità. I soldi saranno usati per “interventi di adeguamento degli impianti di depurazione esistenti o in costruzione o in progetto”.

L’articolo 54, invece, si concentra sull’esigenza di rimettere in funzione impianti di depurazione fuori uso e bisognosi di manutenzione straordinaria. In questo caso i fondi ammontano a 4,5 milioni.

Il governo regionale, accogliendo una proposta dell’assessore Francesco Colianni, ha deciso di restringere la platea dei potenziali beneficiari a quei Comuni che hanno ottenuto riconoscimenti in materia di balneazione e servizi a ridotto impatto ambientale.

Il retroscena

Il Quotidiano di Sicilia, però, ha scoperto che a questa decisione si è arrivati dopo che nei mei scorsi si era palesato un imbarazzo nei corridoi dell’assessorato. Il motivo sta nel fatto che i quattro milioni e mezzo dell’articolo 54 sarebbero dovuti andare al depuratore consortile di Nizza di Sicilia, sulla costa ionica messinese.

Tale volontà era emersa nelle settimane che hanno preceduto la votazione della finanziaria. In una delle bozze del testo legislativo era anche comparso il riferimento all’ente guidato dal sindaco Natale Briguglio. Poi, però, tutto era saltato per evitare polemiche e gelosie: come motivare un finanziamento così corposo a un solo specifico Comune?

Approvata la legge senza indicazioni specifiche, la politica – tanto nella maggioranza che in parte dell’opposizione – ha alimentato la speranza che a sbrogliare la matassa potessero essere i burocrati, in questo caso il dipartimento Acque e Rifiuti.

Così non è stato e il motivo è presto detto: davanti a una norma che definisce il settore destinatario delle risorse senza individuare i beneficiari, nessuno ha accettato di selezionare di propria iniziativa uno specifico Comune.

L’escamotage

Il punto di equilibrio è stato così trovato nella proposta ideata dal dipartimento e pienamente sposata dal governo Schifani di stabilire che i soldi per i depuratori andranno agli enti locali che si sono già distinti per un’attenzione all’ambiente.

Un’operazione che in qualche modo servirebbe a superare anche la contraddizione di un Comune destinatario della bandiera blu ma che, quando la popolazione aumenta in estate, rischia di vedere finire in mare i reflui.

Formalmente non c’è nulla di deciso. Dall’assessorato trapela la volontà di contattare tutti gli enti che rientrano nella short list dei virtuosi e chiedere loro se abbiano progetti già pronti da finanziarie entro l’anno. Ma c’è anche chi afferma che l’abito potrebbe essere già stato tagliato su misura.

La risposta dei Cinquestelle

Tra chi non fa mistero di spingere affinché i soldi vadano a Nizza di Sicilia c’è Antonio De Luca, capogruppo all’Ars del Movimento 5 Stelle.

All’indomani della votazione della finanziaria, il deputato messinese fece visita al Comune ionico annunciando lo stanziamento dei fondi. “Ho chiesto e ottenuto dal presidente Schifani l’impegno di destinare queste somme in favore del comune jonico”, dichiarò in quell’occasione De Luca.

Oggi De Luca commenta le ultime evoluzioni al Quotidiano di Sicilia: “Quello di Nizza è un caso molto particolare. Parliamo di un Comune che è capofila di un impianto che serve diversi centri e che da troppo tempo attende di essere rimesso in funzione, con danni ambientali che ognuno può immaginare – dichiara De Luca – Già l’anno scorso, con il sindaco di Nizza abbiamo incontrato Schifani per presentare le esigenze del territorio e ottenendo da lui la promessa di un interessamento”.

Perchè l’impianto di Nizza è speciale

A rendere speciale l’impianto di Nizza è anche un’altra questione: “Questa infrastruttura non è finita sotto la gestione del commissario nazionale per la depurazione e già in passato ha perso dei fondi per la manutenzione straordinaria. Questa occasione, quindi, è propizia”.

In riferimento al momento attuale vissuto dalla politica siciliana, con l’indagine sui presunti favori fatti dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno nella gestione dei fondi, De Luca chiosa: “In questa storia non ci sono favoritismi di alcun tipo, ma solo l’impegno a risolvere un problema che affligge diverse comunità. Anche perché, a volerla dire tutta, il sindaco di Nizza non è certo del M5s”.