Solidarietà, gli eroi repubblicani del presidente Mattarella nel 2020 - QdS

Solidarietà, gli eroi repubblicani del presidente Mattarella nel 2020

redazione web

Solidarietà, gli eroi repubblicani del presidente Mattarella nel 2020

martedì 29 Dicembre 2020

Volontariato e inclusione, ecco i prescelti del Capo dello Stato nell’anno del coronavirus che riceveranno onorificenze al merito della Repubblica italiana tra i tanti esempi presenti nella società civile e nelle istituzioni. Tre siciliani fra i premiati

Anche quest’anno, come accade dalla sua elezione, il Presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito onorificenze al merito della
Repubblica italiana a cittadine e cittadini che si sono distinti per atti di
eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel volontariato, per l’attività in
favore dell’inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella
promozione della cultura, della legalità e del diritto alla salute.

Mattarella ha individuato, tra i tanti esempi presenti nella
società civile e nelle istituzioni, alcuni casi significativi, quest’anno
trentasei in tutto, di impegno civile, di dedizione al bene comune e di
testimonianza dei valori repubblicani.

Un modo anche per ricordare, in un anno drammatico segnato dal
coronavirus, che altre difficoltà e altri problemi presenti nella società non
sono scomparsi, anzi, a causa della pandemia, si sono manifestati in maniera
ancor più dirompente, rendendo maggiormente necessarie le iniziative di
solidarietà.

Accrescendo così i meriti di chi non ha rinunciato a proseguire
nel suo impegno ed è riuscito a conciliarlo con le limitazioni imposte dal
virus.

Di qui la possibilità di stabilire un legame tra i nuovi decorati
e quei cittadini distintisi nella lotta al coronavirus che nel giugno scorso,
in occasione della Festa della Repubblica, il Capo dello Stato aveva voluto
premiare sempre con il conferimento delle stesse onorificenze Omri.

Questi i loro nomi, tra cui spiccano quelli di tre siciliani:

Chiara Amirante, 54 anni (Roma); Domiziana Avanzini, 48 anni
(Trieste); Nazzarena Barboni, 51 anni (Camerino -Mc); Carolina Benetti, 89 anni
(San Giovanni Lupatoto-Vr); Rachid
Berradi, 45 anni (Palermo); Valentina Bonanno, 30 anni (Palermo);
Alma
Broccoli, 92 anni (Dormelletto-No); Laura Bruno, 91 anni (Crotone); Angela
Buanne, 54 anni (Napoli); Ciro Corona, 40 anni (Napoli-Scampia); Nicoletta Cosentino, 49 anni (Palermo);
Don Luigi D’Errico, 58 anni (Roma); Aldo Andrea Di Cristofaro, 77 anni
(Bagnaturo di Pratola-Aq); Vittoria Ferdinandi, 34 anni (Perugia); Anna
Fiscale, 32 anni (Verona); Danilo Galli, 40 anni (Roma); Cinzia Grassi, 62 anni
(Roma); Elisabetta Iannelli, 52 anni (Roma); Sara Longhi, 38 anni e Alfonso
Marrazzo, 36 anni (Bologna); Egidio Marchese, 52 anni (Aosta); Don Tarcisio
Moreschi, 73 anni e Fausta Pina 73 anni (Brescia); Padre Salvatore Morittu, 74
anni (Sassari); Enrico Parisi, 28 anni (Corigliano-Rossano- Cs); Valeria
Parrini, 65 anni (Piombino); Immacolata (detta Titina) Petrosino, 73 anni e Ugo
Martino, 73 anni (Isernia); Michela Piccione, 35 anni (Sava-Ta); Serena
Piccolo, 18 anni (Pomigliano d’Arco-Na); Enrico Pieri, 86 anni (Sant’Anna di
Stazzema-Lu); Christian Plotegher, 45 anni (Rovereto-Tn); Fabiano Popia, 77
anni (Valsinni-Mt); Giovannella Porzio, 24 anni (Torino); Rachele Spolaor, 25
anni (Mestre-Ve); Mattia Villardita, 27 anni (Savona).

LE STORIE

Rachid Berrati

Nato a Meknes, in Marocco, ma palermitano di adozione (da quando
aveva 10 anni), Rachid Berradi, oggi quarantacinquenne, è stato campione
europeo nei 10.000 metri e finalista alle Olimpiadi di Sydney. Ha fatto della
sua passione e professione uno strumento di inclusione sociale a favore dei
ragazzi e delle famiglie residenti in aree disagiate e a forte rischio
emarginazione sociale, dove lo sport assume il significato di “riscatto e legalità”,
come lui stesso afferma. Così nel 2009 ha aperto la società sportiva Atletica
Berradi 091, successivamente l’Atletico Zen, squadra di calcio da lui stesso
allenata, composta da ragazzi provenienti dal quartiere omonimo, con cui ha
partecipato nel 2019 al primo Memorial Calcio a 5 ‘Paolo Borsellino’,
organizzato negli impianti sportivi situati nei pressi del luogo della strage.
Con l’obiettivo di creare una rete di legalità sul territorio, Rachid ha poi
organizzato stage di atletica coinvolgendo le Forze dell’Ordine che hanno
partecipato in borghese come allenatori per poi rivelare la loro professione ai
ragazzi solo alla fine, quando si era già instaurato un rapporto di fiducia.
Coinvolge nei vari progetti sportivi solidali, campioni olimpici, allenatori e
calciatori professionisti.

Valentina Bonanno

Trent’anni, di Palermo, sin da bambina ha vissuto tra Italia e
Kenya, dove insieme alla madre ha fondato l’associazione Maharagwe Fauzia Onlus
che presiede. Un’idea nata dopo la morte nel 2008, per setticemia conseguente
al parto, di Fauzia, giovane ragazza keniota, a cui Valentina era molto legata.
La finalità dell’associazione è infatti quella di sviluppare una rete sicura di
supporto alla gravidanza, parto e puerperio attraverso la formazione di
ostetriche e personale qualificato. In un contesto caratterizzato da elevata
mortalità durante il parto, diventa infatti essenziale garantire ad ogni mamma
la possibilità di partorire seguendo le proprie tradizioni e culture ma in
assoluta sicurezza. Inoltre, qualora la madre sia affetta da malattie
trasmissibili come l’Hiv, per limitare la possibilità di contagio al neonato,
l’associazione si impegna a garantire un parto cesareo e nutrimento alternativo
rispetto all’allattamento al seno. Ad oggi l’associazione si avvale di una
squadra di ostetriche tradizionali, sparse sul territorio, a cui offre
strumenti e formazione, contatti e appoggio. È anche impegnata in attività di
assistenza presso la clinica di Mambrui.

Nicoletta
Cosentino

A 49 anni,  questa palermitana
vittima di violenza domestica, dopo un percorso di recupero intrapreso nel
centro Le Donne Onlus di Palermo, e con il sostegno del Centro Astalli e
dell’Associazione Pellegrino della Terra, riesce a superare una storia
personale di abusi e a ricostruire la propria vita.

Frequenta uno stage formativo presso un laboratorio di produzione
alimentare che la porterà a ricostruire e riscoprire sé stessa e anche la sua
passione per la cucina. Da qui l’idea di avviare un’attività imprenditoriale:
grazie anche al supporto della rete Di. Re. (Donne in rete contro la violenza)
ottiene la copertura per un finanziamento da Banca Etica e crea “Le Cuoche
Combattenti”, un laboratorio artigianale di conserve e prodotti da forno. Con
questa iniziativa mette a disposizione delle altre donne il suo difficile
trascorso ma soprattutto la sua esperienza di riscatto e lancia un messaggio di
incoraggiamento e di speranza per quante ancora non riescono a fuggire da una
vita di violenze. Nel suo laboratorio coinvolge otto donne sottratte alla
violenza, non solo fisica, ma anche psicologica e familiare; offre loro stage
formativi e lavoro come presupposto per riacquistare libertà, dignità e
indipendenza economica e riprendere così il controllo delle proprie vite. Il
suo motto è “mai più paura, mai più in silenzio, non siamo vittime, ma
combattenti”.

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