Solo chi conosce riesce a capire - QdS

Solo chi conosce riesce a capire

Carlo Alberto Tregua

Solo chi conosce riesce a capire

giovedì 01 Ottobre 2020

Comprendere fatti e circostanze, quello che accade nel mondo e le vicende che ciascuno di noi attraversa, è molto difficile perché bisogna interpretare ciò che si presenta in modo variegato, quasi difficile a comprenderlo per una sorta di facoltà camaleontica.
Qual è il nocciolo del problema: siamo ignoranti, cioé non conosciamo la maggior parte delle cose esistenti, la loro origine, il loro sviluppo ed il funzionamento.
Sicuramente la specie umana, da quando è riuscita a mettersi in piedi, ha fatto enormi progressi, come dire che è un enorme progresso passare da zero a uno. Ovvio, ma uno è sempre uno e non è dieci o cento.
È comune intendimento come la scienza umana conosca solo qualche punto percentuale nello scibile esistente. Per il resto, solo i geni hanno previsto e hanno saputo prevenire, in qualche maniera, quanto sarebbe accaduto, in un periodo non tanto lungo, per esempio un secolo.
Dunque, di fronte all’ignoto, qualunque ipotesi può essere plausibile o illogica.

Nonostante questo quadro, difficilmente smentibile, ognuno di noi deve cercare di aumentare le proprie conoscenze, perché più conosce e più riesce a capire quello che accade e perché accade. Difficilmente chi non capisce può vedere i fatti come sono. Più spesso li vede come appaiono, che è cosa diversa.
Dal che ne consegue che chi non capisce è condizionabile dagli altri che hanno qualche livello di sapienza in più, spesso accompagnato da qualche punto di coscienza in meno.
È difficile muoversi nella foresta fitta piena di liane e vegetazione, tanto è vero che quando i libri ne parlano, descrivono le carovane precedute da indigeni che a colpi di machete si aprono la strada in quel groviglio.
È così che ci sembra l’ignoto: una foresta fittissima dov’è difficile vedere al di là di qualche palmo. Foresta che però si può dipanare come una matassa, con fatica, forza, coraggio e abnegazione.
Così l’ignoto si può conquistare: facendo esperimenti, aumentando la ricerca e tentando di mettere alcuni punti fermi dai quali balzare in avanti per trovarne altri.
Solo chi conosce riesce a capire, si scriveva, gli altri hanno qualche intuizione, ma spesso non hanno cognizioni adeguate a interpretare ciò che accade loro.
In questo quadro c’è di peggio e cioè che vi sono molti imbonitori che con il loro bla-bla cercano di turlupinare gli ignoranti, di condurli dove vogliono e, in un certo senso, di appropriarsi dei loro cervelli.
È vero, la schiavitù è stata abolita già due secoli fa, ma oggi con i media sociali si sta formando un altro tipo di schiavitù, che consiste nella consultazione continua del feticcio. Se non è schiavitù tenerlo sempre fra le mani da mattina a sera e adoperarlo continuamente, non troviamo altra definizione.
Chi è schiavo è conducibile dagli altri. Lo schiavo non è necessariamente colui che sta in catene, ma chi ha bisogno di chiedere continuamente a qualche altro cosa fare e come farla, non avendo punti di riferimento e dimenticando che esiste la Rosa dei venti.

Come fare a togliersi dallo stato di schiavitù conseguente all’ignoranza? La risposta è semplice: uscire dalla stessa e andare verso la sapienza, che genera la saggezza. È monotono ripetere come fare. Basta leggere giornali di carta o digitali, almeno quattro libri al mese, ascoltare i saggi e non i ciarlatani, distinguere le persone perbene da quelle per male: insomma, ragionare con la propria testa e non con quella degli altri.
Questo percorso è faticoso, ma è l’unico che consente di conquistare il bene supremo che è la libertà di pensiero che, a sua volta, consente di raggiungere la libertà materiale. Come? Con le conoscenze che si acquisiscono, le quali permettono di trovare attività lavorative autonome e indipendenti, le quali hanno bisogno sempre di persone competenti che non restano mai disoccupate.
Interi territori italiani sono nelle mani di quelli che mantengono le popolazioni in stato di bisogno e di povertà per poterli guidare e ottenerne il consenso dispensando favori.
Una grave situazione che va ribaltata con il contributo delle persone intelligenti e capaci.

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