Solo il 5% degli italiani si informa sul web sui problemi cardiovascolari - QdS

Solo il 5% degli italiani si informa sul web sui problemi cardiovascolari

redazione

Solo il 5% degli italiani si informa sul web sui problemi cardiovascolari

mercoledì 07 Ottobre 2020

In occasione della Giornata mondiale per il cuore, lo studio di Iqvia per conto di Sanofi

in collaborazione con ITALPRESS

ROMA – Poco interesse per la prevenzione e la salute del cuore. È questa la fotografia degli argomenti affrontati nelle conversazioni online dagli italiani: solo il 5% cerca informazioni sul web sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari, nonostante siano le principali cause di morbosità, invalidità e responsabili del 35,8% di tutti i decessi. In occasione della Giornata Mondiale per il Cuore 2020, che tutti gli anni si celebra il 29 settembre, è stato presentato lo studio “Il cuore batte nel web” condotto da Iqvia per conto di Sanofi, in collaborazione con la Fondazione Italiana per il Cuore, che ha analizzato i volumi, il tipo di opinioni espresse e il tono delle conversazioni online sulla salute.

Nonostante le malattie cardiovascolari siano la prima causa di morte, la salute del cuore non è tra gli argomenti più trattati: negli ultimi due anni, le conversazioni attive sul web su queste patologie sono state 235.000, solo il 10% di tutte le discussioni in ambito salute. È una percentuale molto inferiore a quella del volume dei discorsi sui vaccini, tema su cui gli italiani parlano maggiormente e che interessano il 36%. A seguire i tumori 23%, l’influenza 21% e il diabete, poco più del 10%.

Il 40% dei dibattiti sulla salute cardiovascolare è focalizzato sull’ictus, il 30% su infarto e scompenso cardiaco: i principali punti trattati nel corso delle conversazioni riguardano sintomi e diagnosi (25%), trattamenti (18%), cause e fattori scatenanti della malattia (14%) e impatto sulla qualità della vita (13%). Paure, depressione, impatto fisico e psicologico sono le preoccupazioni più frequenti. Per la prima volta è stato preso in considerazione un intervallo di tempo che includesse sia il periodo pre Covid sia quello post pandemia.

“Dalla nostra indagine – ha commentato Isabella Cecchini, direttrice Dipartimento ricerche di mercato di Iqvia – è emerso che gli italiani sono molto attivi e attenti alla propria salute e a quella dei propri cari e non esitano a discuterne sul web. La rete si conferma il luogo, seppur virtuale, in cui le persone preferiscono cercare risposte ai dubbi e alle domande e confrontarsi con gli altri utenti”. “La maggior parte delle persone è interessata alla salute, soprattutto a vaccini e tumori. Si preoccupa meno, invece, della salute cardiovascolare che si posiziona dopo influenza e diabete. Le fonti a cui attingono sono i siti editoriali, quelli di patologia, i portali dei Centri di cura, le Fondazioni delle associazioni e i siti istituzionali. L’emergenza sanitaria del Covid19 ha sicuramente influito sul tono e sugli argomenti di interesse e ha indotto la popolazione a cercare informazioni sul coronavirus, tema che ha saturato le conversazioni in area salute in questo periodo” ha aggiunto Isabella Cecchini.

Dai dati è emerso che oltre l’80% degli italiani cerca informazioni sulla salute e che 7 italiani su 10 per farlo utilizzano la rete. Le donne sono più attente e attive, quasi il doppio degli uomini: il 79% dei giovani sotto i 34 anni ha dichiarato di essere interessato a questi temi. I canali attraverso i quali avvengono le discussioni in ambito salute sono principalmente le News, le ricerche su Google, e Twitter mentre Facebook si conferma il social network più utilizzato per la condivisione delle informazioni su patologie, cure e diagnosi.

Da questa indagine conoscitiva, appare evidente l’importanza e il ruolo fondamentale che ricoprono il web e i social media nella diffusione delle informazioni, soprattutto quelle che riguardano la salute. Il 71% dei ragazzi al di sotto dei 34 anni ha identificato il web come la fonte principale da cui attingere per cercare risposte sul proprio stato di salute. “Preoccupa molto il fatto che solo il 5% degli utenti cerca informazioni sulla prevenzione cardiovascolare. Bisogna partire da questo dato per sensibilizzare la popolazione sull’importanza che ha l’assunzione di un corretto stile di vita: a farlo ci possono sicuramente aiutare i social media, cruciali nella condivisione delle informazioni e nella comunicazione di modelli virtuosi di prevenzione e cura”, ha detto Emanuela Folco, presidente Associazione Fondazione Italiana per il Cuore.

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