Milano, 7 ago. (askanews) – Nel cuore di un regno che fino a ieri sembrava impermeabile al turismo internazionale, oggi si aprono resort, si moltiplicano le esperienze “consapevoli”, e si racconta una nuova narrazione. Non più petrolio e controllo, ma sostenibilità, benessere, avventura. A orchestrare il cambiamento, c’è il progetto monumentale del Mar Rosso saudita: una trilogia esperienziale che si sviluppa sopra, sotto e oltre l’acqua.
Sopra, si naviga tra lagune trasparenti e cocktail analcolici su yacht di design. Si fa paddle all’alba, si pratica yoga su piattaforme galleggianti, si salta da un’isola nascosta all’altra con tanto di pranzo gourmet a bordo. Sotto, ci si tuffa in un acquario naturale che l’Arabia Saudita promette tra i meglio conservati al mondo: barriere coralline, pesci tropicali, relitti storici e persino immersioni notturne, con tanto di biodiversità certificata (oltre 1.200 specie ittiche, 100 delle quali endemiche). Oltre, il deserto prende il testimone: escursioni tra wadi e scogliere, ritiri benessere immersi nella sabbia, cieli stellati dove l’inquinamento luminoso è ancora una leggenda metropolitana.
Tutto curato nei minimi dettagli, nei materiali e nelle intenzioni: si parla di turismo di lusso, certo, ma anche di energia solare, tutela dei fondali e design mimetico tra le rocce del deserto. Un esempio? Il Shebara Resort, aperto da novembre 2024, con 73 ville alimentate interamente da fonti rinnovabili. Oppure il Desert Rock Resort, letteralmente incastonato nella pietra, dove si dorme in silenzio geologico.
Non mancano le firme internazionali: St. Regis, Ritz-Carlton, Six Senses. E i pacchetti sono calibrati per ogni profilo alto spendente: famiglie, viaggiatori in cerca di solitudine, amanti del wellness o della fotografia astronomica.
L’operazione è chiara: riposizionare l’immagine dell’Arabia Saudita. Portare visitatori, ma anche investitori. Coniugare spettacolo e credibilità. Dimostrare che anche il Regno può avere un volto accogliente, ospitale, raffinato purché filtrato dalla giusta luce (e da qualche nuvola di incenso).
Un cambio di passo? Forse. Una vetrina scintillante, senz’altro. Resta da capire se dietro l’oleografia esotica e il marketing globale ci sia anche un nuovo modo di pensare il rapporto tra terra, persone e viaggiatori. Per ora, l’invito è chiaro: lasciatevi stupire. Poi, semmai, chiedetevi perché.

