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Sosta selvaggia a Catania: cosa sta facendo (e dicendo) il sindaco Trantino

Sosta selvaggia a Catania: cosa sta facendo (e dicendo) il sindaco Trantino
Enrico Trantino, sindaco di Catania – Imagoeconomica

Il cambiamento è scomodo, soprattutto quando chiede di rinunciare a piccole comodità quotidiane.

A Catania il parcheggio non è solo una questione logistica, ma un vero e proprio specchio culturale. Il sindaco Enrico Trantino ha deciso di affrontare di petto un tema che affonda le radici in decenni di abitudini consolidate e resistenze al cambiamento: la gestione delle soste e dei parcheggi in città.

Con un appello ad “abbassare il volume della reazione” e ad analizzare pacatamente il problema, Trantino apre a una riflessione non solo amministrativa, ma profondamente sociale. E lo fa con parole che non risparmiano la cittadinanza: “Abbiamo sempre piegato le regole alle nostre convenienze personali”.

Il paradosso dei parcheggi vuoti

Uno degli esempi più emblematici arriva dal Policlinico: a soli 500 metri si trova il parcheggio Zenone, con oltre 1.200 posti gratuiti. Eppure, in molti preferiscono lasciare l’auto in sosta vietata, ostacolando ambulanze e traffico, piuttosto che percorrere pochi minuti a piedi.

Questo “teorema del minimo sforzo” è al centro della critica del primo cittadino, che richiama alla memoria l’ironico quanto crudo ritratto dei catanesi fatto negli anni ’60 da Angelo Magrì: “Il catanese deve entrare con tutta la macchina dal tabaccaio per comprarsi le sigarette”.

Parcheggi scambiatori e mezzi pubblici

Non mancano gli sforzi dell’amministrazione per invertire la rotta. Il parcheggio Famà, il Due Obelischi, Zia Lisa, Nesima e presto anche quello di Acicastello: le infrastrutture ci sono. Ma i cittadini continuano a preferire l’auto privata, anche per tragitti brevi.

Trantino ammette le lacune del trasporto pubblico locale, specie su gomma, ma sottolinea anche le difficoltà causate proprio dalla sosta selvaggia: bus costretti a manovre impossibili a causa di auto in doppia o terza fila, che bloccano la viabilità con la scusa del “è solo un minuto”.

Il centro storico e i parcheggi “invisibili”

Altro mito da sfatare: nel centro storico non ci sono parcheggi. Falso, secondo l’amministrazione e in particolare secondo il sindaco Trantino. Il parcheggio Teocrito e altri stalli a pagamento sono spesso vuoti, e il nuovo parcheggio Sturzo porterà 500 posti auto in più. Inoltre, si attende il progetto privato di Corso Martiri che prevede 1.500 posti interrati.

Per chi guadagna 900 euro al mese, parcheggiare ogni giorno può sembrare un lusso. Ma Trantino invita a una riflessione più profonda: e se si potesse evitare del tutto l’uso dell’auto, almeno in centro? Alcuni residenti che hanno cominciato a spostarsi a piedi “scoprono una Catania nuova, senza stress, più umana”.

“Cambiare mentalità”

Se davvero vogliamo una “città normale”, la responsabilità è anche nostra, sottolinea il primo cittadino di Catania. Il car pooling è una soluzione concreta e sottoutilizzata. Applicazioni come BlaBlaCar o Zego potrebbero ridurre drasticamente il numero di veicoli in circolazione, ma la cultura della condivisione fatica a imporsi.

Trantino lo dice chiaramente: “Non possiamo continuare a consolidare un modello di sviluppo che regge sull’anarchia”. E aggiunge che in qualunque altra città del mondo è normale camminare per 500 metri, mentre a Catania questa distanza è vista come un torto personale.

Verso una nuova normalità urbana

Il cambiamento è scomodo, soprattutto quando chiede di rinunciare a piccole comodità quotidiane. Ma è proprio questo il nodo centrale del discorso: vogliamo continuare a essere ostaggio delle nostre abitudini o provare a vivere in una città che funziona?

Si tratta di una sfida collettiva. La posta in gioco non è solo il traffico o la viabilità, ma l’identità stessa di Catania: una città che può essere normale — se davvero lo vuole.