“Le carceri italiane sono sovraffollate, ma la soluzione non può essere il liberi tutti. E’ assodato che il 30% dei detenuti presenti forme di dipendenza da sostanze o farmaci, talvolta correlate a disturbi psichici, ma questo dato va analizzato. Già a legislazione vigente alcuni spacciatori si dichiarano tossicodipendenti per accedere a benefici e sconti di pena. Far passare la logica per cui se sei assuntore di sostanze non sconti la condanna che ti meriti, diventa pericoloso: chi sbaglia deve poter rimediare, e curarsi se necessario, ma senza alibi”. Lo dichiara il Sottosegretario di Stato alla Giustizia, con delega al trattamento dei detenuti, Andrea Ostellari.
“Aiutiamo i tossicodipendenti ad uscire dal tunnel della droga, senza vanificare l’impegno delle Forze dell’Ordine e della Magistratura sul versante della lotta allo spaccio. Investiamo nei nostri istituti di pena, assumendo più personale, più educatori e più agenti di Polizia Penitenziaria e stabiliamo finalmente protocolli di intervento adeguati e chiari. Senza dimenticare che esiste uno strumento efficace per ridurre il sovraffollamento dei penitenziari – aggiunge – l’80% dei detenuti, dopo aver scontato la pena guardando il soffitto, torna a delinquere e quindi in cella. Mentre chi ha imparato un lavoro, nel 98% dei casi esce dai circuiti criminali. Ripartiamo da qui per trasformare le carceri in luoghi di rieducazione e di cura, nel pieno rispetto del dettato costituzionale”.