Sovranità turistica, Rio: "Sicilia ambita, ok destagionalizzare" - QdS

Sovranità turistica, Rio (Demoskopika): “Sicilia tra mete più cercate, serve destagionalizzazione”

Sovranità turistica, Rio (Demoskopika): “Sicilia tra mete più cercate, serve destagionalizzazione”

Roberto Pelos  |
giovedì 15 Dicembre 2022

Raffaele Rio di Demoskopika propone un'idea di sviluppo al Governo Meloni che potrebbe aiutare anche il turismo locale.

“Sovranità turistica” è l’idea lanciata da Raffaele Rio, presidente dell’istituto di ricerca Demoskopika, affinché una quota consistente di italiani scelga il nostro Paese come meta per le vacanze, al posto delle destinazioni estere.

“Le misure governative, da quantificare puntualmente nei contenuti e nelle risorse finanziarie in relazione alle fasi e agli strumenti da mettere in campo e ritenuti più efficaci per un’attuazione consapevole del Piano di sovranità turistica – sottolinea Raffaele Rio – non possono non trovare punto di partenza nei fattori “condizionanti” la scelta degli italiani di trascorrere una vacanza in una destinazione nel Belpaese tra i quali figurano le attrazioni naturali e paesaggistiche, la scoperta del patrimonio storico, artistico e culturale. E, ancora, la qualità dell’offerta ricettiva, la tradizione enogastronomica e un buon rapporto prezzo/qualità dell’offerta”.

Le stime di Demoskopika per la Sicilia

Se venisse messa in atto la proposta in questione, le stime di Demoskopika per la Sicilia prevederebbero nel 2023: 393.332 arrivi, 1.117.195 presenze, 105.016,307 euro di spesa turistica.

Interessante il dato riguardante la propensione, che evidenzia come i siciliani siano tra i più propensi ad un turismo “casalingo”: secondo le stime, attinenti sempre al 2023, i turisti esterofili nella nostra regione saranno infatti 382.715 contro i 2.761.795 turisti residenti, per un valore in percentuale del 13,9%.
Sul tema della “sovranità turistica” ci ha rilasciato un’intervista lo stesso numero uno di Demoskopika.

Presidente, ci parla della sua proposta di sovranità turistica in modo più dettagliato?

“Con l’indice di sovranità turistica abbiamo stimato il possibile impatto sul turismo italiano analizzando i consumi turistici dei residenti nel Belpaese che annualmente scelgono di trascorrere le vacanze fuori dai confini nazionali. In pratica, ci siamo chiesti: che cosa accadrebbe se una quota di italiani optasse per una destinazione turistica in Italia? Dalle nostre stime risulta che si produrrebbero circa 9 milioni di arrivi, oltre 31 milioni di presenze e un vantaggio per il sistema turistico nazionale pari a quasi 3 miliardi di euro all’anno”.

“Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Lombardia presentano il maggior tasso di propensione turistica estera; i siciliani che propendono, invece, per una meta estera, secondo le nostre stime, sono poco più di 382 mila. In questa direzione sarebbe assolutamente vantaggioso trattenere questa fetta di turisti isolani poiché si trasformerebbe in un vantaggio stimato pari a oltre 105 milioni di euro”.

“La mia proposta-appello al Governo Meloni è di mettere in campo, per l’appunto, un Piano di sovranità turistica con il quale l’esecutivo, in condivisione con i portatori di interesse (associazioni del comparto, Regioni, etc.) potrebbe recuperare, da un lato, una quota significativa di mercato “nazionalista”, ossia di turisti italiani che potrebbero riprendere a scegliere il Bel Paese come meta principale per le vacanze e, dall’altro, rafforzare misure e interventi maggiormente in linea con i nuovi comportamenti di consumo turistico espressi dal mercato nazionale principalmente dopo il periodo post pandemico”.

“È sul cluster degli esterofili, cioè dei milioni di turisti italiani che ogni anno scelgono l’estero quale meta vacanziera che si dovrebbe concentrare prioritariamente la strategia integrata della sovranità turistica”.

Pregi e difetti della Sicilia in chiave turistica

La Sicilia su quali potenzialità dovrebbe puntare? E quali sono invece le criticità?

“Il turismo è un settore vitale per l’economia siciliana, non è un caso, che secondo il nostro Regional Tourism Reputation Index, che realizziamo annualmente, la Sicilia si colloca sempre in cima tra le mete più ricercate dai visitatori sul web, segnale di una popolarità rilevante per questa destinazione.
La pandemia lasciata alle spalle, però, ha inevitabilmente modificato i comportamenti di consumo turistico e credo, che mai come ora sia giusto puntare sull’appartenenza. In questo rinnovato contesto, la vostra regione non ha nulla da invidiare a tante mete estere”.  

“Sempre secondo uno studio di Demoskopika di qualche anno fa, proprio sul tasso di appartenenza, è emerso che sono i siciliani ad amare di più il turismo della “porta accanto”.

“È importante puntare, dunque, sulle tradizioni, sul patrimonio culturale come matrice identitaria della comunità isolana. Rafforzare misure e interventi maggiormente in linea con i nuovi comportamenti di consumo turistico. La scelta dei cittadini di trascorrere le vacanze all’interno del territorio italiano o regionale può fare la differenza. Quindi più che di criticità, io parlerei di opportunità”.

Come favorire la destagionalizzazione

Cosa bisognerebbe fare, a suo parere, per favorire la destagionalizzazione turistica nella nostra regione, guerra ed emergenza Covid permettendo?

“Sviluppare la consapevolezza delle bellezze presenti nel proprio territorio per aumentare il turismo interno e diminuire l’outgoing può incidere sulla destagionalizzazione. Ovviamente il tutto partendo da una programmazione consapevole e, prioritariamente, da aiuti concreti per dare la possibilità a molti operatori turistici di non chiudere le attività nei periodi fuori stagione. Resto convinto, la Sicilia ha tutte le carte in regola per il turismo senza tempo”.

Cosa bisognerebbe migliorare invece dal punto di vista infrastrutturale in Sicilia perché il turismo ne abbia dei vantaggi?

“Le infrastrutture per la mobilità costituiscono il primo anello di congiunzione fra la domanda turistica e le risorse del territorio. Serve dunque concepire porte di accesso assolutamente integrate con i sistemi infrastrutturali; un’accessibilità locale per i flussi turistici verso le città d’arte e i centri minori attraverso un’integrazione modale favorita da soluzioni digitali innovative che deve diventare un elemento dell’attrattività dell’offerta turistica”.

“È evidente, inoltre, la necessità di costruire, mediante un sistema di accessibilità fluente e intermodale, itinerari che coinvolgano anche le località più periferiche per facilitare il decongestionamento delle grandi mete turistiche e valorizzare le innumerevoli destinazioni cosiddette minori. L’accessibilità consente di trasformare la domanda turistica inespressa in domanda effettiva e incoraggia la creazione di attività turistiche complementari, ad esempio di carattere ricettivo con un conseguente impulso per l’economia locale”.

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