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Piazza di spaccio a Pigno, droga anche a “domicilio”: tre arrestati, uno è minorenne

Nell’ambito di una serie di controlli contro lo spaccio di stupefacenti, i carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Catania hanno arrestato nel quartiere Pigno 3 catanesi pregiudicati per spaccio di droga. Si tratta di 3 uomini di 54, 18 e 17 anni.

Per il minore, in seguito all’intervento del personale della Squadra Lupi, è scattata anche l’accusa di resistenza a Pubblico Ufficiale.

Spaccio di droga a Catania, 3 arresti (c’è anche un minore)

Il colpo è stato messo a segno grazie a una collaudata attività info investigativa, grazie alla quale i militari hanno appreso che i tre avessero allestito una piazza di spaccio nel popoloso quartiere Pigno, dove avevano una vera e propria roccaforte individuata in un appartamento al primo piano di un palazzo di via Sanguinelli. Una volta chiariti i dettagli del quadro investigativo in loro possesso, i militari hanno effettuato un servizio di osservazione durante il quale hanno notato entrare e uscire dalla palazzina un ingente flusso di probabili acquirenti, oltre ai tre pusher che si spostavano di continuo per effettuare verosimilmente delle “consegne a domicilio”.

L’inseguimento

I militari hanno atteso fino a che non hanno riscontrato la presenza contestuale dei tre pusher all’esterno dell’abitazione. In particolare, il 54enne è salito a bordo di una Citroën C3 di colore grigio e i due giovani a bordo di un motorino SH125 di colore rosso. Gli operatori della Squadra Lupi hanno bloccato prima il 54enne alla guida dell’auto, mentre i due giovani in scooter, sentendosi braccati, hanno ingaggiato un’inseguimento, mettendo in pericolo l’incolumità dei passanti e dei vari utenti della strada, fino a quando sono stati bloccati a poche centinaia di metri, dopo che il motorino è andato a collidere contro l’auto dei carabinieri.

Approfittando della collisione, il 18enne – che era passeggero – ha tentato di proseguire la fuga a piedi, ma è stato raggiunto da due militari, la cui efficienza fisica ha prevalso. Durante la fuga, il ragazzo si sarebbe disfatto di un astuccio di colore nero, che aveva lanciato all’interno di un cortile privato e che è stato recuperato dagli operanti. Conteneva degli involucri in cellophane semitrasparente, termosaldato, contenenti 6 grammi di cocaina in pietra, 8 grammi di droga (cocaina – crack, nello specifico) e un bilancino digitale di precisione intriso di sostanza pulverulenta di colore bianco.

Le perquisizioni e gli arresti

Intanto il fuggitivo, assieme agli altri due, è stato perquisito e nel borsello che portava a tracolla è stata trovata la somma in contanti di 190 euro in banconote da vario taglio, assieme a un mazzo di chiavi, che ha consentito di accedere all’appartamento individuato quale roccaforte dello spaccio.

Giunti sul luogo, i militari si sono trovati davanti un’abitazione con una porta d’ingresso blindata, preceduta da un cancello in ferro delle stesse dimensioni. L’alloggio inoltre, parzialmente arredato, era munito di un sofisticato impianto di videosorveglianza che riprendeva l’esterno, in modo da prevenire eventuali controlli di polizia, con un enorme schermo nella cui prossimità vi era un pulsante per l’apertura del portone, che quanto alla sua collocazione, lasciava presumere che gli accessi fossero garantiti previa attenta osservazione di colui che suonava. All’interno della cucina, precisamente in un mobile, gli operatori hanno trovato inoltre svariati ritagli di carta argentata, verosimilmente utilizzati per confezionare le dosi di cocaina.

Al termine delle operazioni a Catania, la droga è stata sequestrata per essere sottoposta agli accertamenti di laboratorio per verificare il principio attivo, come del resto il denaro in quanto ritenuto provento dell’illecita attività di spaccio. I tre pusher sono stati posti a disposizione dell’autorità giudiziaria, rispettivamente ordinaria e per i minorenni, che per i due maggiorenni ha convalidato l’arresto e disposto la misura degli arresti domiciliari, e per il minorenne ha convalidato l’arresto e disposto i domiciliari in una comunità per minori.