Oltre un miliardo e mezzo di euro provenienti da fondi Pnrr e risorse regionali. Obiettivo: realizzare una filiera della space economy anche in Sicilia. Un’opportunità irripetibile per far decollare un sistema industriale innovativo. E tutto senza il bisogno di rampe di lancio o shuttle interplanetari.
L’opportunità
A rimarcare l’enorme opportunità per l’Isola sono Unioncamere Sicilia e Uniontrasporti – con il supporto dell’Agenzia spaziale italiana – che mercoledì organizzeranno un webinar dal titolo “Space economy: le opportunità per l’industria nazionale”.
Tra i punti cardine del webinar, spiegare alle imprese siciliane come accedere a questi fondi e come costruire una filiera integrata nelle tecnologie satellitari e nei servizi a terra. La Sicilia ha infatti in dote 11 miliardi di euro del Pnrr, distribuiti su oltre 20 mila progetti. Di questi, 10,2 miliardi sono a regia esclusivamente regionale.
Gli investimenti diretti
Una porzione significativa – 2,6 miliardi – è già indirizzata a investimenti diretti da parte di società per azioni, mentre altri 449 milioni sono destinati a 67 progetti gestiti da srl. Un dato che, letto alla luce della Missione 1 del Pnrr nazionale – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura – racconta un’urgenza: 1,5 miliardi riservati alla Sicilia su un totale di 40,7 a livello nazionale.
Ma serve saperli usare, con visione e concretezza, evitando gli sprechi o che i progetti possano restare poi fermi al palo dopo essere stati ammessi a finanziamento, come raccontato pochi giorni fa dall’inchiesta del Quotidiano di Sicilia.
Gli obiettivi
L’obiettivo C2 del Pnrr, dedicato a tecnologie satellitari ed economie spaziali, ha in budget 1,4 miliardi da investire su quattro assi: Osservatorio della Terra (797 milioni), In-Orbit economy (300 milioni), SatCom (210 milioni) e Space factory (180 milioni). Ad oggi, appena 503 milioni sono stati spesi.
Restano dunque sul tavolo 983 milioni, ancora non utilizzati. Soldi reali, non suggestioni. Risorse che possono tradursi in applicazioni concrete anche per le imprese dell’Isola: sensori per tracciare detriti spaziali, reti satellitari per l’Internet delle cose, sistemi verdi di propulsione, servizi a supporto del traffico aereo.
Le parole del presidente di Unioncamere
“La Campania ha saputo diventare un hub tecnologico per l’industria dell’aerospazio – osserva Giuseppe Pace, presidente di Unioncamere Sicilia –. Crediamo che anche la Sicilia possa fare questo salto, sfruttando le infrastrutture già presenti sul territorio e costruendo sinergie con università, agenzie nazionali e player internazionali”. Ed è vero: l’Isola ospita già siti strategici per l’osservazione dello spazio e per il monitoraggio del Mediterraneo. Ha competenze, ricerca, e – soprattutto – margini di crescita.
Ma bisogna agire ora. I fondi del Pnrr hanno una scadenza, e le risorse non impegnate verranno riassegnate. A questo si aggiungono i 615 milioni del programma regionale “Step”, pensato per rafforzare filiere tecnologiche avanzate, e le somme che verranno liberate dalla revisione di medio termine dei Fondi europei di coesione, prevista entro il 2025.
Il valore della space economy
La space economy, nel mondo, vale già oltre 450 miliardi di dollari e cresce a un ritmo vertiginoso. Ma se non si crea una rete industriale, si rischia di perdere il treno – o meglio, l’orbita – giusta. È per questo che il webinar del 9 luglio rappresenta un momento chiave per aprire una nuova stagione produttiva per la Sicilia: non come semplice fornitore di servizi, ma come protagonista di una trasformazione industriale che parte dallo spazio per cambiare la terra.

