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Spagna: elezioni, trionfo della sinistra, crolla il Partito popolare

Spagna: elezioni, trionfo della sinistra, crolla il Partito popolare
epa07530646 Spanish Prime Minister and General Secretary of Spanish Socialist Worker’s Party (PSOE) Pedro Sanchez (C) greets supporters at his arrival to a political rally held in the Entrevias Auditorium, in Madrid, Spain, 26 April 2019. Spain will be holding general elections on 28 April 2019. EPA/Chema Moya

Per formare il governo i socialisti con Podemos non raggiungerebbero la maggioranza. Per sostenere un esecutivo, quindi, sarebbe necessario l’appoggio degli indipendentisti o dei popolari. Affluenza alle stelle. L’estrema destra entra in Parlamento con Vox

Vittoria del Partito Socialista e del Blocco di sinistra, crollo del Partito Popolare.

Questo il verdetto delle urne in Spagna.

Il Partito Socialista conquisterebbe 123 seggi, il Partito Popolare non andrebbe oltre i 65.

A Ciudadanos, che esprime una destra moderata, ne verrebbero assegnati 57.

Sono 42 quelli attribuiti a Podemos, partito della sinistra radicale, e 24 quelli conquistati da Vox, che porta l’estrema destra in Parlamento.

Il Partito Socialista, in un’eventuale coalizione con Podemos, non raggiungerebbe la maggioranza assoluta di 176 seggi. Per sostenere un esecutivo, quindi, sarebbe necessario l’appoggio degli indipendentisti.

Sono stati quasi 37 milioni gli spagnoli chiamati a eleggere 350 deputati e 208 senatori e l’affluenza è schizzata alle stelle: alle 18 aveva già votato il 60,67% degli aventi diritto.

L’incremento rispetto alle elezioni del 2016 è stato superiore al 9%. In Catalogna, in particolare, affluenza del 64,15, il 17% in più rispetto alle precedenti consultazioni generali.

Il voto arriva in una Spagna in cerca di una difficile stabilità politica.

Nel dicembre 2015, l’arrivo in parlamento di due nuove forze anti-casta (Podemos e Ciudadanos) aveva contribuito a frammentare il parlamento, tanto che era stato necessario ripetere le elezioni nel giugno 2016 di fronte all’impossibilità di formare il governo.

Da allora si sono succeduti due governi di minoranza, guidati prima dal popolare Rajoy e poi dal socialista Sanchez.

Pedro Sanchez, leader del partito socialista spagnolo (Psoe) e capo del governo è stato il primo a votare, alle 9.30 nel suo seggio di Madrid.

E sempre nella capitale, poco prima delle 10, è stato il turno di Pablo Iglesias, il leader del partito della sinistra radicale Podemos.

Albert Rivera, leader del partito di centro destra Ciudadanos, ha votato invece a Barcellona, mentre Santiago Abascal, leader del partito populista di estrema destra Vox, si è presentato al suo seggio a Madrid verso mezzogiorno.

L’ultimo a votare, in un altro seggio della capitale, è stato il nuovo leader del partito Popolare, Pablo Casado.