Cronaca

NOMI e VIDEO | Conflitto a fuoco fra clan Bonaccorsi e Cursoti Milanesi, due arresti

Scattano due arresti per plurimo tentato omicidio aggravato dalla metodologia e dalla finalità mafiosa e porto e detenzione illegale di armi a Catania. I due indagati sono stati individuati, a distanza di tempo dal grave episodio contestato, grazie alla tenace e incessante attenzione investigativa della Procura Distrettuale di Catania e del comando provinciale dei carabinieri, che ha eseguito le misure disposte dal gip etneo.

Proseguono le indagini per individuare tutti i partecipanti del fatto delittuoso oggetto del comunicato stampa che segue.

Plurimo tentato omicidio aggravato a Catania, due arresti

Le misure cautelari hanno interessato Giuseppe Auteri e Giovanni Agatino Di Stefano, entrambi di 42 anni. Le accuse a loro carico sono di plurimo tentato omicidio aggravato dalla metodologia e dalla finalità mafiosa e possesso illegale di armi.

Il provvedimento, eseguito nella giornata del 16 novembre 2023 ed emesso in una fase in cui non è ancora instaurato il contraddittorio fra le parti, rappresenta un ulteriore sviluppo investigativo relativo ad uno dei più cruenti fatti di sangue registratisi negli ultimi anni nella provincia etnea, cioè lo scontro a fuoco il conflitto a fuoco verificatosi in viale Grimaldi di Catania l’8 agosto 2020 tra esponenti del clan Cappello-Bonaccorsi e del clan dei Cursoti Milanesi all’esito del quale si registrarono due morti e diversi feriti.

La precedente attività investigativa – nota come operazione “Centauri” – aveva già portato nel mese di aprile 2021 all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 14 soggetti. Altri 5 soggetti erano stati fermati già nell’agosto 2020 e altri 4 erano stati arrestati all’esito della sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Catania in data 29 giugno 2022.

Le accuse

Dal recente ampliamento delle indagini sul plurimo tentato omicidio è emerso che Auteri e Di Stefano avrebbero preso parte al gruppo di soggetti riconducibili al clan Cappello che avrebbero esploso numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di tre persone della fazione avversa. L’individuazione delle due ulteriori posizioni nell’ambito del cruento conflitto a fuoco è avvenuta grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Carmelo Liistro e Michele Vinciguerra, rivelatesi fondamentali per far luce sulla partecipazione ai fatti e sullo specifico ruolo svolto dai due indagati nel corso del conflitto a fuoco.

Allo stato sembrerebbe che la sparatoria sia scaturita da contrasti personali insorti tra Gaetano Nobile e Carmelo Di Stefano per questioni di gelosia legate alla frequentazione di una ragazza e sarebbe deflagrato in modalità eclatanti per la volontà da parte dei partecipi di riaffermare la supremazia delle rispettive organizzazioni anche nel controllo delle piazze di spaccio.

Dopo le formalità di rito gli arrestati sono stati condotti in carcere, dove verranno sottoposti ad interrogatorio.