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Sparatorie a Catania, la pista dello scontro tra Cappello e Mazzei per il controllo dello spaccio di droga

Sparatorie a Catania, la pista dello scontro tra Cappello e Mazzei per il controllo dello spaccio di droga
Polizia – Foto di repertorio

Le sparatorie a Catania sembrerebbero legate alle rivalità tra i clan Mazzei e Cappello per il controllo dello spaccio.

La pista della droga, con le rivalità tra i clan che si spartiscono le piazze di spaccio cittadine. Per quanto ufficialmente non si escluda alcuna possibilità, come dichiarato dal procuratore capo di Catania Francesco Curcio in un’intervista a La Sicilia, sembra essere questa l’ipotesi più concreta dietro la serie di sparatorie che da quasi una settimana si registrano, notte dopo notte, in città.

La cadenza e la similarità degli episodi – colpi di arma da fuoco contro le saracinesche di esercizi commerciali o spari apparentemente senza precisi bersagli – fanno pensare a gesti che mescolano le tradizionali intimidazioni all’esibizionismo che negli ultimi anni ha preso piede tra le giovani leve della criminalità organizzata.

Se si tratti dell’inizio di una guerra che potrebbe portare ad azioni ancora più violente, con veri e propri agguati a danno delle persone, o di un’improvvisa escalation destinata a rientrare, in un contesto generale in cui da ormai diversi anni non mancano le tensioni, non è semplice stabilirlo.

Ciò che trapela dagli ambienti vicini alla procura è che a contrapporsi dovrebbero essere gruppi che fanno capo al clan Mazzei, anche conosciuti come Carcagnusi, e ai Cappello.

Obiettivi non casuali

Nonostante in più di un caso i proiettili abbiano colpito attività lavorative – una rivendita di tabacchi nei pressi del viale Mario Rapisardi, una panineria-gelateria nella zona di via Fossa della Creta, un centro estetico in via Garibaldi – gli investigatori sono propensi a escludere che si tratti di intimidazioni a intento estorsivo.

A spingere verso questa lettura è la riconducibilità, a volte diretta, degli stessi esercizi a soggetti di primo piano della scena criminale cittadina: la titolare del centro estetico, diventato tiro a segno il 26 agosto per le pistolettate, è la figlia di Lorenzo Saitta, ergastolano conosciuto come lo Scheletro.

Partendo da questa considerazione, gli investigatori nelle ultime ore avrebbero fatto passi in avanti, restringendo il campo dei sospettati. Ed è in quest’ottica che le attenzioni sarebbero rivolte soprattutto agli ambienti frequentati dai Mazzei e dai Cappello.

Non è escluso che novità – ed è ciò che si aspettano i cittadini – possano arrivare a breve. Ciò che è certo è che, come deciso al termine del comitato per l’ordine e la sicurezza, i controlli delle forze dell’ordine sono stati intensificati.

Lo scontro del 2020

Quanto sta accadendo in questi giorni, e la possibilità che il contrasto veda protagonisti due dei clan attivi a Catania, riporta alla memoria i fatti di sangue avvenuti nell’agosto di cinque anni fa. Anche in quella circostanza a imbracciare le armi – allora come oggi è certo il possesso di mitragliette – fu il clan Cappello, tra i più attivi nel narcotraffico. Mentre l’altro gruppo coinvolto fu quello dei Cursoti-Milanesi.
Quella volta lo scontro si intensificò fino a una resa dei conti che vide contrapporsi decine di persone armate in viale Grimaldi, tra la zona di San Giorgio e Librino. Morirono due persone, altre rimasero ferite. L’auspicio di tutti è che stavolta che tutto possa essere bloccato per tempo.