Spese, in Sicilia parsimoniose (ma non sui vestiti) - QdS

Spese, in Sicilia parsimoniose (ma non sui vestiti)

Michele Giuliano

Spese, in Sicilia parsimoniose (ma non sui vestiti)

martedì 18 Giugno 2024

L’Istat dice che le famiglie siciliane spendono in media 2.185 euro al mese, sotto il dato nazionale. Su abbigliamento e calzature investiamo 127 euro mensili contro i 103 della penisola

PALERMO – In Sicilia, nel 2022, ogni famiglia ha speso ogni mese una media di 2.185 euro al mese. Lo dice l’Istat nel report “Le spese per i consumi delle famiglie”.

La cifra si mantiene ben al di sotto della media nazionale, che arriva a 2.625 euro. La distribuzione vede una spesa, superiore a quanto succede in media nel resto d’Italia, di 546 euro sui prodotti alimentari, mentre si scende a 728 euro per l’abitazione, e utenze varie, e soli 34 euro per interventi di ristrutturazione. Visto l’andamento del mercato immobiliare, anche l’importo per gli affitti figurativi rimane al di sotto del dato nazionale. Nella spesa, infatti, l’Istat inserisce il concetto di “affitto figurativo”, cioè i soldi investiti dalle famiglie che dovrebbero sostenere per prendere in affitto un’abitazione con caratteristiche identiche a quella in cui vivono e di cui sono proprietarie, usufruttuarie o che hanno in uso gratuito.

Spese, i siciliani si rivelano particolarmente attenti

Per il resto, i siciliani si rivelano particolarmente attenti, tranne che per l’abbigliamento e le calzature, con 127 euro al mese, contro i 103 della penisola. Al contrario, si spende meno in bevande alcoliche e tabacchi, con 39,89 euro, e per la salute, con 101 euro. Per sport e cultura si spendono circa 51 euro al mese, circa la metà della spesa nazionale, che arriva a 92 euro. Anche per l’istruzione la spesa si mantiene molto bassa, appena 7,50 euro contro i 15 euro del resto d’Italia.

Idem per i servizi di ristorazione e di alloggio: anche in questo caso i siciliani tendono a contenere i consumi, fermandosi a 68 euro contro 134, mentre per i beni e i servizi per la cura della persona l’Istat parla di 91 euro contro 120. Si tratta di un andamento assolutamente prevedibile: nel Sud e nelle Isole, dove le disponibilità economiche sono generalmente minori, a pesare di più sulla spesa delle famiglie sono le voci destinate al soddisfacimento dei bisogni primari, come quelle per alimentari e bevande analcoliche: nel 2022 questa quota di spesa arriva al 23,8% nel Sud e al 23% nelle Isole mentre si ferma al 16,2% nel Nord-ovest.

Anche nel 2022 le regioni con la spesa media mensile più elevata sono Trentino-Alto Adige (3.466 euro) e Lombardia (3.051 euro), mentre Puglia e Calabria sono quelle con la spesa più contenuta, rispettivamente 1.983 e 1.839 euro mensili. La quota più alta per alimentari e bevande analcoliche si registra proprio in Calabria, dove si attesta al 26,8%, a fronte del 18,4% osservato a livello nazionale e del 12,8% del Trentino-Alto Adige. La spesa è cresciuta rispetto all’anno precedente, ma ciò non corrisponde con un aumento dei consumi, ma è dovuta alla forte accelerazione dell’inflazione nel 2022.

In realtà, poi, il valore medio risulta falsato, perché la distribuzione dei consumi è più concentrata nei livelli medio-bassi. Ciò significa che la maggioranza delle famiglie siciliane spende meno del valore medio, attestandosi sui 1.800 euro, sempre ben al di sotto dello stesso valore nazionale, che in questo caso si ferma a 2.200 euro. In risposta al forte aumento dei prezzi nel 2022, le famiglie italiane hanno posto in essere strategie di risparmio, in parte grazie a quanto accumulato negli anni di crisi dovuta al Covid.

Nel 2020 e nel 2021, infatti, il tasso di risparmio lordo delle famiglie consumatrici è stato, rispettivamente, del 15,6% e del 13,2%, prima di ridiscendere ai livelli pre-Covid attestandosi attorno all’8%. In molti casi si è trattato anche di modificare le proprie scelte di acquisto, in particolare nel comparto alimentare. Il 29,5% delle famiglie intervistate nel 2022 dichiara, infatti, di aver provato a limitare, rispetto a un anno prima, la quantità e la qualità del cibo acquistato.

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