Con l’avvicinamento della bella stagione, i Comuni costieri sono chiamati ad attrezzarsi per i servizi legati alla balneazione. Tra questi c’è la pianificazione del servizio di vigilanza delle spiagge libere, con la presenza di addetti al salvataggio.
Le legge regionale
A prevederlo è una legge regionale del 1998 – la numero 17 – che dispone che gli enti locali si occupino di assicurare la presenza dei bagnini e dei servizi necessari a garantirà l’incolumità in mare.
La stessa legge individua nella Regione il soggetto chiamato a contribuire al finanziamento delle spese da affrontare. Per questo, nei giorni scorsi l’assessorato agli Enti locali ha pubblicato un avviso rivolto ai Comuni che, previa presentazione di relativo progetto, possono chiedere l’erogazione dei contributi. Quest’anno la somma da ripartire sarà la metà rispetto a quella stanziata nel 2024
Gli obblighi per i Comuni
“Ai sensi dell’art.1, comma 4 della suddetta legge regionale n. 17/1998 – si legge nella circolare firmata dall’assessore regionale Andrea Messina – spetta ai Comuni l’obbligo di assicurare il servizio di vigilanza con cadenza quotidiana, senza interruzioni, dalle ore 9 alle ore 19 per un periodo non inferiore a sessanta giorni e non superiore a centoventi, tra l’1 maggio e il 30 settembre di ogni anno. Lungo le spiagge libere di propria pertinenza – prosegue la circolare – i Comuni sono tenuti ad assicurare la presenza di almeno due bagnini qualificati nello svolgimento dell’attività di vigilanza e salvataggio ogni 150 metri di spiaggia, che consenta ai bagnanti la fruizione di spiagge sicure”.
Nell’avviso è specificato che le istanze di ammissione al contributo dovranno essere inviate al dipartimento Autonomie locali entro il 15 maggio. “Le spese ammissibili, per una copertura massima di 600 metri lineari di spiaggia, sono rappresentate esclusivamente dagli oneri retributivi relativi al personale addetto alla vigilanza e al salvataggio nelle spiagge libere”, viene specificato.
Il servizio di salvataggio può essere affidato a imprese, società e associazioni specializzate, a patto che il personale addetto alle attività sia munito di brevetto. “Nel caso di gestione diretta i Comuni provvedono all’assunzione degli addetti all’attività di vigilanza e salvataggio in conformità alla vigente normativa di riferimento”, è la prescrizione.
I progetti
La domanda da presentare alla Regione dovrà essere corredata dalla documentazione necessaria a localizzare i tratti di spiaggia da adibire alla balneazione, e di conseguenza da coprire con i bagnini, e individuare il numero di bagnini che verranno impiegati e il numero di giorni che il servizio sarà assicurato.
“La concessione del contributo sarà accordata ai Comuni secondo l’ordine cronologico di arrivo dell’istanza, determinato in base alla data e all’orario di effettiva consegna alla casella di Pec del dipartimento regionale delle Autonomie Locali. Le istanze saranno prese in considerazione esclusivamente fino ad esaurimento dello stanziamento di bilancio”, si legge.
I fondi a disposizione
La legge del 1998 prevede che il contributo della Regione erogabile è pari al 50 per cento delle spese ammissibili. Nella finanziaria di quest’anno l’Ars ha individuato in 500mila euro la somma da stanziare, mentre nel 2024 la stessa voce era stata di un milione.
Tuttavia, se le cose dovessero andare come l’anno scorso, problemi di copertura non dovrebbero essercene: nel 2024 la Regione ha erogato nel complesso 437.850,16 euro per un totale di poco più di venti istanze approvate. A ricevere i contributi – pari al 50 per cento delle spese affrontate – sono stati i Comuni di Agrigento, Menfi, Sciacca, Acireale, Calatabiano, Alì Terme, Letojanni, Malfa, Milazzo, Roccalumera, Santa Marina Salina, Santa Teresa di Riva, Tusa, Balestrate, Lascari, Terrasini, Acate, Ispica, Pozzallo, Avola, Alcamo, Erice, Marsala e San Vito lo Capo.
Per motivi diversi – dall’impossibilità di individuare un’associazione a cui affidare il servizio all’invio della documentazione oltre i termini – erano state escluse le istanze provenienti dai Comuni di Furci Siculo, Giardini Naxos, Leni e Siracusa. Nel caso di Castellammare del Golfo, infine, il Comune aveva informato la Regione della decisione di rinunciare al contributo.

