Si registrano 813 start up o aziende innovative in Sicilia. Catania e Palermo dominano la scena, ma il mercato mostra i primi segnali di vitalità in tutta l'isola. Ecco i dati.
Secondo gli ultimi dati del registro delle imprese in Sicilia sono registrate 813 start up o aziende innovative. La maggiore parte sono concentrate tra le provincie di Catania e Palermo (rispettivamente 287 sotto il Vulcano, 235 nel capoluogo), mentre il terzo gradino del podio è occupato da Messina con 116 imprese, via via tutte le altre province con cifre inferiori alle 100 unità.
Il sistema siciliano delle imprese innovative presenta dei segnali di vitalità. Uno di questi è l’arrivo di 20 start up che hanno vinto il bando di Invitalia e del Mise e che incuberanno la loro idea di impresa per 12 settimane a Palermo al Bravo Innovation Hub creato in collaborazione con il Polo della Meccatronica. Solo tre di queste sono siciliane, le altre vengono da altre parti di Italia. Uno modo di attrarre talenti nell’Isola.
Start up in Sicilia, l’onda lunga degli anni 10
Se a Catania esiste “una tradizione” di innovazione e start up maggiormente consolidata rispetto al resto dell’Isola, a Palermo si sente ancora l’onda lunga di Mosaicoon, la start up del capoluogo che ha fatto parlare di sé la stampa (specializzata e non) di tutta Italia. Sono diversi i semi gettati nel corso della sua esistenza che si è conclusa con il fallimento del 2020 dopo 10 anni di vita (e dopo avere raccolto 12,2 milioni di finanziamenti in venture capital). Ultimo in ordine di tempo è uno studio, uno spazio di coworking, nato per volontà del creatore dell’allora impresa innovativa palermitana: Ugo Parodi Giusino che oggi guida Magnisi Venture Studio “un venture Venture Studio indipendente che ama aiutare i founders a creare grandi aziende”, spiega.
Da questa esperienza nasce il Magnisi Studio: un luogo fisico nel cuore della città che vuole stimolare la crescita e favorire l’incontro tra professionisti creativi. In uno spazio che nasce alla fine degli anni ‘20 su un progetto dell’architetto Basile e promosso dai Biondo, parenti dello stesso Parodi Giusino. Qui sarà possibile prenotare un posto per lavorare ma soprattutto fare networking, creare connessioni. “Grazie allo smart working tanti palermitani che lavoravano fuori dalla città stanno tornando”, spiega Parodi Giusino, “questo spazio è pensato anche per convogliare queste energie di ritorno e per dimostrare che Palermo può essere un posto dove fare vacanza ma anche un posto dove si può lavorare”. L’ambizione è alta ed è quella di fare del centro cittadino non solo una zona turistica ma anche un luogo di lavoro avendo sede sull’asse di via Stabile anche la Camera di Commercio e una multinazionale della consulenza che da poco si è insediata in città.
Cercasi product manager, la base della formazione è a Palermo
Dagli ex di Mosaicoon sono nate 8 diverse start up, due delle quali ancora in vita e partecipate da Magnisi Venture. Tra queste c’è Edgemony da cui è nata Product Heroes, guidata da Marco Imperato braccio destro di Parodi Giusino al tempo dell’avventura di Mosaicoon e che si occupa di formazione di figure particolari. E proprio la sua società sta organizzando a Milano, per il prossimo 6 e 7 ottobre (all’Nh di Assago) la “Product Heroes Conference”, un incontro incentrato sul product manager: il principale responsabile della strategia e dello sviluppo di un prodotto, fisico o digitale, non solo per il lancio sul mercato ma per tutto il ciclo di vita. In Italia queste figure sono attualmente 7 mila e in Europa sono attive al momento quasi 4.800 posizioni aperte su LinkedIn. Imperato ha raccolto 1000 partecipanti previsti (800 già confermati), divisi in 15 i talk e 4 i workshop in programma, mentre 22 gli speaker presenti. Tra questi: Joe Zadeh, tra i fondatori di AirBnb; Maria Arnaoutaki, product lead di Spotify; Fabrice Des Mazery, chief product officer di The Fork.
Non mancheranno neanche i product leader che, negli anni, hanno lavorato per costruire una cultura di prodotto in Italia, insieme a Product Heroes: tra questi Fausto Dasseno e Antonella Testaguzza, rispettivamente chief product officer e head of product development di Subito e PrimaAssicurazioni. La domanda crescente di queste figure professionali sta portando un conseguente aumento delle retribuzioni: nel Regno Unito lo stipendio medio annuo si attesta a circa 46mila sterline, in Germania sui 60mila euro, in Italia, soprattutto nell’area milanese, un product manager guadagna circa 43mila euro.
Cifre ancora lontane dal Nord America dove si va dagli 84mila dollari di Montreal ai 138mila di San Francisco. “Lo scenario è in evoluzione”, spiega Marco Imperato, fondatore di Product Heroes ,“il product manager avrà un ruolo chiave nel guidare la trasformazione di molte aziende. È già successo negli Stati Uniti e accadrà in Italia: l’accelerazione digitale imporrà anche al nostro mercato di farsi trovare pronto, con professionisti qualificati. Per questo abbiamo voluto e immaginato la Product Heroes Conference come un’occasione di incontro per condividere esperienze, relazioni, idee, in un contesto in cui, purtroppo, le opportunità di formazione dei product manager sono ancora rare”.