Questo il credo della famiglia Starvaggi, che dal 1969 gestisce con successo la sua attività a Sant’Angelo di Brolo. Il figlio del fondatore, Beniamino: “L’idea per il futuro è di aprire uno spazio per la vendita diretta al consumatore”
L’Azienda Starvaggi Srl custodisce sin dal 1969 l’arte salumiera siciliana, anno in cui l’attività venne fondata da Michele Starvaggi a Sant’Angelo di Brolo, in provincia di Messina. È il figlio Beniamino a parlarcene, partendo dalle origini dell’attività: “Mio padre veniva da una famiglia contadina, suo padre – mio nonno – era un contadino e allevava anche dei maiali, la maggior parte li vendeva e poi due o tre maiali all’anno venivano utilizzati per la casa, quindi ad uso della famiglia, dai quali si producevano anche i salumi. Da questa abitudine di mio nonno, mio padre Michele ha avuto l’idea di aprire una macelleria e ha iniziato a produrre i salumi, proprio come li faceva suo papà”. Nei primi anni la produzione di salumi, infatti, ha ricoperto per intero tutto il ciclo produttivo, dalla macellazione sino alla realizzazione dei prodotti della salumeria siciliana. Ma, con il tempo, l’attività è cambiata ed è cresciuta, anche, e non solo, nella produzione.
“Nel 2003 ci siamo trasferiti in una struttura nuova, sempre nel territorio di Sant’Angelo, laboratorio di ben 1.800 mq. Per quanto riguarda la nostra produzione, abbiamo mantenuto ancora oggi l’artigianalità nella lavorazione, infatti quasi il 70% del lavoro produttivo è sempre manuale. Allo stesso modo, però, è necessario stare anche al passo con i tempi e quindi ci siamo dotati di nuove attrezzature come le celle di stagionatura, le insaccatrici, le cubettatrici, che sono indispensabili per sviluppare un lavoro importante. Inoltre, La scelta della migliore materia prima e la lavorazione, in moderni impianti realizzati secondo i rigorosi standard Comunitari igienico/produttivi, sono i due fattori che assicurano l’elevato livello qualitativo dei prodotti dell’azienda”. L’attività di oggi ricomprende la vendita di moltissimi prodotti, come ci spiega lo stesso Starvaggi: “La nostra produzione si basa principalmente sul suino, però facciamo anche la mortadella di asina, il salame di asina e la bresaola, lavoriamo il suino nero dei Nebrodi e anche la bufala, anche da qui mortadella salame e bresaola, tutta produzione locale. Facciamo quasi tutta la gamma di prodotti, sia come salumi stagionati che come cotti. Siamo, infatti, l’unica azienda a Sant’Angelo di Brolo a poter produrre la linea dei cotti. In particolare, produciamo mortadelle, cotto di suino nero dei Nebrodi, culatello al pistacchio e bacon. Facciamo quasi 50 tipologie di prodotti, sia dolci che piccanti, e vanno entrambi sul mercato”.
L’evoluzione della casa Starvaggi li ha portati nel tempo a superare i confini non solo isolani ma anche quelli nazionali, vendendo i prorpri prodotti anche all’estero: “Siamo presenti oggi a tappeto su tutto il territorio siciliano, ma anche a livello nazionale ed estero. Infatti, raggiungiamo un buon 30% di esportazione in altre nazioni, in particolare in Germania e Francia. In passato arrivavamo anche nel Regno Unito ma purtroppo adesso non ci è più possibile a causa della Brexit. Da quel momento, infatti, la burocrazia è diventata troppo intricata, impossibile da gestire per riuscire a spedire i nostri prodotti anche lì, per cui abbiamo rinunciato. Da un paio di anni, invece, siamo presenti anche in Argentina e stiamo pian piano aprendo nuovi mercati”.
Il salame Sant’Angelo Igp il fiore all’occhiello
Ma il fiore all’occhiello della produzione della famiglia Starvaggi, punto di riferimento da sempre, rimane il salame Sant’Angelo Igp, prodotto secondo il disciplinare di produzione emanato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, per la garanzia del prodotto. La ditta, inoltre, ha detenuto la presidenza del consorzio salame S. Angelo per la tutela del marchio Igp per ben 12 anni, e di cui è ancora consorziata. Il signor Starvaggi ci ha spiegato il funzionamento e, soprattutto, il significato, di detenere un marchio così prestigioso: “Non abbiamo più da quest’anno la presidenza del consorzio, dopo 12 anni, infatti, è giusto anche cambiare e lasciare il posto ai nuovi. Abbiamo formato all’inizio questo consorzio con 11 produttori con l’obiettivo preciso di tutelare e salvaguardare la particolarità del salame S. Angelo, che è infatti un prodotto peculiare: tagliato a punta di coltello, con aggiunta di solo sale e pepe, stagionato al naturale. Grazie, poi, al microclima della valle di Sant’Angelo abbiamo ottenuto l’Igp, è l’unico salame del Sud Italia che ha questo riconoscimento. Con il consorzio, poi, abbiamo partecipato a molte fiere e si spera che ne faranno altre per promuovere sempre di più il marchio del salame”.
La difficoltà sta proprio nel riuscire ad ottenere il marchio, che richiede, appunto, comprovata e altissima qualità del prodotto: “Il marchio si ottiene adeguandoti ad un disciplinare di produzione, cosa che abbiamo fatto tutti insieme con il consorzio, poi la Commissione europea lo ha approvato. Il prodotto deve avere specifiche caratteristiche di stagionatura e lavorazione, durante la quale non si scarta nulla del prodotto stesso, nessuna parte, si utilizza quindi l’intera mezzena. Dal filetto al prosciutto, il prodotto viene poi tagliato a punta di coltello e insaccato in budella naturale, cioè dello stesso suino, queste sono delle particolarità che nei salumi comuni non si trovano più. E gli ingredienti principali sono soltanto il sale e il pepe nero”.
E a proposito del consorzio ha precisato: “Abbiamo sempre il marchio Igp. Del consorzio, però, siamo rimasti in sei, tra i quali noi. Io spero che l’ente farà tanto altro perché il prodotto è poco conosciuto a livello nazionale. Per esempio, abbiamo fatto spot pubblicitari per le grandi aziende, come Conad e Esselunga, però, finito lo spot, finiva anche la vendita. La Gdo non lo tiene in banco tutto l’anno perché è un prodotto non conosciuto, ha poca pubblicità, quindi noi aspiriamo ad una campagna nazionale, anche, ad esempio, su riviste specializzate, per convincere i punti vendita, soprattutto del Nord, a tenerlo in banco tutto l’anno e non solo per quei 15 giorni di spot Sicilia”. Ulteriore garanzia dei prodotti della ditta Starvaggi è la nuova certificazione rilasciata dalla Dnv (Det Norske Veritas), ente internazionale leader di mercato. Si tratta di un riconoscimento degli sforzi compiuti dall’azienda per gestire condizioni di sicurezza estremamente rigorose in tutte le fasi del ciclo produttivo, rispondendo così alle esigenze dei consumatori e delle stesse aziende della Gdo, sempre più sensibili a questo aspetto, come spiega lo stesso Starvaggi:
“Si tratta di una certificazione che rappresenta un sistema di controllo di tutto quello che viene messo dentro ai prodotti, per far si che siano tracciabili, dal sale al confezionamento, tutto viene tracciato. Infatti ogni tre mesi abbiamo i controlli che certificano che siamo in regola e abbiamo seguito i manuali. La certificazione è un valore aggiunto di sicurezza per il consumatore, e quindi di affidabilità. Ora stiamo provando ad ottenere un’altra certificazione, richiesta all’estero, che è la Brc 22005 perché la nostra certificazione è italiana, così ci prepariamo anche ad affrontare al meglio il mercato estero”.
Non possono infine mancare i progetti per il futuro dell’azienda: “Ad oggi, a livello di vendita diretta al consumatore, abbiamo piccole salumerie, ristorazione e pizzerie, ma gestiamo appunto soprattutto la grande distribuzione. Stiamo cercando di espanderci anche sul fronte dei punti vendita. Per quanto riguarda il livello di vendita diretta ai consumatori, da tre anni abbiamo attivato l’e-commerce. La vendita online sta funzionando bene, il cliente che vuole acquistare direttamente, in questo modo, ha già la possibilità di farlo, sebbene non fisicamente. A proposito del punto vendita, ne vorremmo aprire uno che dia la possibilità ai turisti, o a chiunque sia interessato, di fare degustazioni in loco e vedere e toccare con mano la nostra produzione, per poi passare all’interno del salumificio, dove poter acquistare i prodotti che hanno appena assaggiato. Speriamo di riuscirci”.