Ospiti dell'ARS gli Stati Generali Anffas hanno messo in luce le criticità che ostacolano l'inclusione delle persone disabili. Moderatore il direttore del Quotidiano di Sicilia Carlo Alberto Tregua
Si sono svolti oggi al palazzo Reale di Palermo, ospiti dell’ARS, gli stati generali dell’Anffas sulle disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo. Incontri, confronti e nel pomeriggio anche un dibattito moderato dal nostro direttore Carlo Alberto Tregua. Prevista la presenza, ma assenti, il sindaco Lagalla, il presidente dell’ARS Galvagno – sostituito dal deputato regionale Vincenzo Figuccia – e la ministra Locatelli che ha inviato un videomessaggio. Presenti invece le associazioni e soprattutto i diretti interessati che si sono autorappresentati.
L’esito delle esposizioni dei singoli relatori vede chiarezza sull’aspetto giuridico, già sancito dalla Costituzione e normato da leggi che nel corso degli anni hanno aggiunto dignità alle persone con disabilità, ma anche sull’arretratezza dell’attuazione di programmi per il superamento delle barriere – non soltanto architettoniche – che ostacolano una vera inclusione ed i progetti di vita delle persone che oggi hanno chiesto di poter vivere una vita normale.
Le parole dei vertici Anffas al Quotidiano di Sicilia
Il presidente Anffas Sicilia, Giuseppe Giardina, intervistato dal Quotidiano di Sicilia ha messo in luce in particolar modo il ritardo sull’investimento delle risorse economiche in Sicilia: “Lavoriamo insieme con i comuni, e con i distretti, perché devono sollecitare i distretti a spendere i soldi che non sono stati spesi ad oggi dal 2016”. In arretrato progetti e risorse da impiegare a sostegno delle disabilità, ma anche la questione culturale per l’inclusione sociale sembra stenti ad evolversi.
Sul punto abbiamo sentito il presidente nazionale Anffas Roberto Speziale: “Che siano presenti stigmi e pregiudizi all’interno della società nei confronti delle persone con disabilità è un fatto; che esistono ancora forme di discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, a causa delle disabilità, è un fatto; ma è anche un fatto che l’Italia è fra i paesi nel mondo con la migliore normativa in assoluto. Noi abbiamo ad esempio la norma sull’inclusione scolastica – altri paesi non ce l’hanno – e norme sul lavoro e sull’integrazione socio-sanitaria”. Il dialogo con le istituzioni ha mostrato dei punti di attrito e il dibattito pomeridiano si è così sviluppato in un acceso confronto tra gli uffici delle pubbliche amministrazioni interessate e le associazioni con le proprie istanze. Un aspetto sugli altri ha portato al confronto sul labirinto burocratico che vede le domande per interventi regionali prodotto attraverso gli enti locali perdersi con la mancata risposta ai disabili e l’assenza di richieste inevase asserita dai preposti uffici della Regione.
“Parlare con le istituzioni è un diritto riconosciuto dalla convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che dice che le persone con disabilità hanno il diritto di essere ascoltate nei processi decisionali che le riguardano dalle loro organizzazioni rappresentative”, spiega il presidente Anffas Palermo Antonio Costanza che, proponendo un bilancio della giornata di lavori degli Stati Generali, afferma con ottimistico auspicio: “Ci auguriamo che parte del dato che abbiamo ricavato oggi, sia di quello che c’é ma anche di quello che è mancato, possa essere messo a sistema per camminare tutti insieme e risolvere una volta e per tutte questa differenza territoriale tra il nord e il sud d’Italia, perché credo che le persone con disabilità e i loro genitori e familiari sono stanchi; questo è lo scopo che la giornata di oggi sicuramente ha ottenuto”.
Ha infine chiuso i lavori il presidente nazionale Anffas Roberto Speziale ricordando alla platea che divide et impera è “il modello che viene promosso attraverso un bieco assistenzialismo, la monetizzazione del bisogno è funzionale al bisogno della politica: ti do, dammi il voto”. Un sistema di concessione dei diritti, ha spiegato il presidente nazionale dell’Anffas, che è “un modo per erodere la democrazia” invece che uno scambio in abbondanza. Un meccanismo, spiega Speziale, “che svilisce il sistema e che invece si dovrebbe basare sulla responsabilità”.
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