Giornata cruciale quella di oggi per il futuro dei lavoratori della StMicroelectronics dello stabilimento di Catania. Si è tenuto infatti il tavolo tecnico che vede coinvolti i rappresentanti della multinazionale, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso, le Regioni e i sindacati. Secondo quanto emerso, gli investimenti approvati e previsti da StMicroelectronics in Italia e in Francia sono confermati, nessuno degli attuali siti, in Italia e nel mondo, verrà chiuso e ciascuno continuerà ad avere un ruolo e una missione specifica. Stmicroelectronics riequilibrerà gli investimenti tra Italia e Francia. «L’impatto complessivo e le soluzioni utilizzate per l’attuazione del programma globale» di Stm «saranno sostanzialmente equivalenti tra Italia e Francia». La priorità sarà data agli ecosistemi locali, alimentando la rete di collaborazione con Università e centri di ricerca, viene inoltre riferito. Buone notizie quindi anche per il sito di Catania.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha chiesto che il piano industriale di Stm preveda «investimenti significativi nel nostro Paese per farla tornare da subito centrale a fronte di quanto si farà nel resto del mondo: una netta inversione di tendenza» che «tuteli l’occupazione anche in questa fase di crisi di mercato».
“Catania centro d’eccellenza, diventerà il più importante per il carburo di silicio”
In particolare, ha aggiunto, «Catania dovrà a nostro avviso diventare, a fronte di un supporto di risorse pubbliche così consistente, il polo più significativo in Europa sul carburi di silicio, con l’aumento dei livelli occupazionali. Per quanto riguarda Agrate, abbiamo sollecitato l’azienda a presentarci un piano di rilancio del sito con nuovi significativi investimenti dopo l’inerzia degli ultimi anni, al fine di recuperare competitività e tornare centrale nella produzione di semiconduttori dell’azienda. Il nostro obiettivo – ha ribadito -, che speriamo si concretizzi nell’ambito di questo piano, è che l’Italia torni a essere centrale e, superata l’attuale crisi di mercato, che ciò possa portare nel tempo anche ad accrescere significativamente i livelli occupazionali nel nostro Paese».
Il piano industriale STM
Secondo il priamo indistriale presentato al tavolo da StM, l’impianto da 300 mm di Agrate Brianza «continuerà ad espandersi con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento di ST per la produzione in grandi volumi per tecnologie smart power e a segnale misto. Il piano prevede il raddoppio dell’attuale capacità fino a 4.000 wafer a settimana (wafer per week, wpw) entro il 2027, con successive espansioni modulari che potranno portare la capacità fino a 14.000 wpw, in funzione dell’andamento del mercato. Con il crescente focus sulla produzione da 300 mm, l’impianto di Agrate da 200 mm si rifocalizzerà sui Mems».
L’impianto da 300 mm di Crolles (Francia) sarà invece «ulteriormente consolidato come centro nevralgico dell’ecosistema di prodotti digitali di ST. Il piano prevede l’aumento della capacità produttiva a 14.000 wpw entro il 2027, con ulteriori espansioni modulari che potranno portarla fino a 20.000 wpw, in base alle condizioni di mercato». Inoltre, sarà convertito «l’impianto a 200 mm di Crolles per supportare l’EWS (Electrical Wafer Sorting) in grandi volumi e tecnologie avanzate di packaging, ospitando attività che attualmente non sono presenti in Europa. Il focus sarà sulle prossime generazioni di tecnologie all’avanguardia, tra cui il sensing ottico e la fotonica su silicio (silicon photonics)».
Il futuro di Catania
Catania continuerà a rappresentare un centro di eccellenza per i dispositivi di potenza e semiconduttori WBG (ampia banda interdetta, come il SiC e il GaN). «Lo sviluppo del nuovo campus dedicato al SiC procede secondo i piani, con l’avvio della produzione su wafer da 200 mm previsto per il quarto trimestre del 2025, rafforzando la leadership di ST nelle tecnologie di potenza di nuova generazione. Le risorse che supportano le attuali capacità di Catania sui 150 mm e l’EWS saranno rifocalizzate sulla produzione di semiconduttori di potenza in silicio e SiC da 200 mm da 200 mm, compreso il GaN-su-silicio, rafforzando la leadership di ST nelle tecnologie di potenza di prossima generazione», assicura il gruppo.
Occhio ai tagli dei lavoratori
Tuttavia, da Roma arrivano anche cattive notizie relativamente agli esuberi. StMicroelectronics ha infatti annunciato 2.800 uscite volontarie a livello globale nei prossimi tre anni, «principalmente nel 2026 e 2027», oltre al turnover naturale.
«Nel corso del ridisegno della struttura produttiva di ST nei prossimi tre anni, le dimensioni della forza lavoro e l’insieme delle competenze richieste evolveranno», spiega un comunicato. Sistemi avanzati di produzione «faranno spostare ruoli dai processi tradizionali che comportano compiti manuali ripetitivia una maggiore attenzione al controllo di processo, all’automazione e alla progettazione. ST – viene assicurato – gestirà questa transizione attraverso misure volontarie, con un impegno costante a un dialogo costruttivo e negoziazioni con i rappresentanti dei lavoratori in conformità con le normativenazionali vigenti».
La governance
«Sappiamo che vi sono stati degli errori sui prodotti da sviluppare, forse dovuti anche agli evidenti squilibri nella governance – ha detto ancora il ministro Urso – ma noi siamo per confrontarci e determinare il piano Italia di Stm, riportando il nostro Paese al centro dello sviluppo industriale di una multinazionale a controllo pubblico, che è nata in Italia, nella mia Sicilia, ed è diventata poi una grande multinazionale europea che condividiamo con la Francia in una logica di mercato».
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